Ed è arrivato anche il 2013… Per fortuna Swaggirl non ha espresso il proposito di essere più puntuale, altrimenti sarebbe già in fallo! Ma basta perdere tempo, e vediamo cosa è successo nel primo episodio della nostra avventura on the road.
E così eccomi
arrivato nel paese che promette di ridefinire il mio concetto di caldo.
Arrivando dal quasi inverno polacco e da lunghe ore di viaggio trascorse
nell’ambiente artificiale e condizionato degli aerei e degli aeroporti,
l’impatto con i 30 gradi fuori dalle porte del piccolo aeroporto di Darwin è
piuttosto traumatico, specie considerato che sono solo le 6 del mattino...
Al momento però
l’unico pensiero che mi assilla è trovare una doccia (lunghe ore di viaggio,
ricordate?), per cui condivido il taxi con un simpatico singaporegno e
raggiungo il centro della città, dove nell’ostello YHA alloggia Ilaria. Ed
eccola lì, di spalle, seduta accanto alla reception... non la vedo da tre mesi,
e poterla finalmente salutare di persona è una splendida emozione, capace quasi
di farmi dimenticare all'istante la stanchezza del viaggio.
Confesso che la prima cosa che ho provato io, ancora rintronata per la sveglia temprana, è stato spavento... chi può mai chiamarmi a quest'ora del mattino, in un ostello di Darwin? Ma subito il sentimento è sostituito dalla piacevole sensazione di rivedere un amico dopo tanto tempo.
Confesso che la prima cosa che ho provato io, ancora rintronata per la sveglia temprana, è stato spavento... chi può mai chiamarmi a quest'ora del mattino, in un ostello di Darwin? Ma subito il sentimento è sostituito dalla piacevole sensazione di rivedere un amico dopo tanto tempo.
Nell’ostello
si può procedere nell’ordine a una buona colazione e a una doccia prolungata,
in una camera femminile con inglesi ubriache e attempate giapponesi gentili.
Poi via, per un veloce giro in città, in attesa di passare a ritirare il
nostro camper. Le cose vengono messe subito in chiaro: fa caldo. È umido. Ma
non in modo normale, no: in modo australiano – diciamo che il caldo è
commisurato alle dimensioni del paese.
E meno male che è Natale! Pensa che
caldo fa a Ferragosto…
La città, che
con i suoi 105.000 abitanti è la capitale del Northern Territory (un po’ come
se Lucca fosse la capitale degli Stati Uniti), è estremamente “rilassata” ma
anche piuttosto anonima, tutta ricostruita dopo il ciclone del 1974 che l'ha
rasa al suolo. La attraversiamo guidati dal cellulare di Ilaria e arriviamo da
J.J.’s Rental, dove il più classico dei venditori d’auto americani ci consegna le
chiavi del mezzo. Secondo me aveva pure il parrucchino.
Ilaria si
mette alla guida e iniziamo i nostri giri per fare scorte (acqua, tanta acqua, ancora
acqua e roba fresca in generale) e decidere il da farsi nell’immediato: faremo precedere
il già previsto Kakadu da una visita al parco nazionale di Lichtfield, famoso
per le termiti, le rocce e le cascate. E partiremo già la sera stessa, in modo da essere
già sul posto il mattino seguente.
Mentre mi rendo
conto di essere impervio al fuso, facciamo giusto in tempo a visitare il porto di
Darwin e a prenderci il nostro primo acquazzone “tropicale” (con sedie e
tavolini dei ristoranti che volano via) prima di imboccare l’inizio della
Stuart Highway, la strada che farà un po’ da fil rouge alla nostra vacanza. I
chilometri scorrono veloci, mentre faccio la conoscenza dei primi treni
stradali da tre vetture, che incombono veloci e minacciosi nello specchietto e
se li superi sembra che si incazzino (come non ripensare a Duel...).
Il primo road train non si scorda mai |
Arriviamo alla meta odierna, Batchelor, distante soli 90 km, quando il nostro mezzo è ormai privo di copertura assicurativa perché è calato il sole (siamo assicurati solo su strade asfaltate e dall’alba al tramonto: poi escono i vampiri e dobbiamo cavarcela da soli). Chiediamo a un locale se ci sono caravan park, e lui: “No. Anzi, ce n’è uno, ma è very expensive.” E che, abbiamo l’aria dei pitocchi? Raggiungiamo ‘sto posto, dove un’odiosa vecchia ci assegna una piazzola per la cifra di 38 dollari Aussie, prima di tornare a massacrare qualcuno nella stanza dietro la reception.
Sia come sia,
ci sistemiamo e prepariamo addirittura la prima cena, con Ilaria che si
esibisce in una pregevole pasta al pesto preparato sul momento (più o meno, il
barattolo è stato aperto sul momento, diciamo). A seguire in rapida successione
doccia, preparazione del mezzo in configurazione notturna – con susseguente
serie di esclamazioni “ah ma questa roba va qui?” “e questo pezzo?” “no ma io
dovrei dormire in questo loculo?” – e film coreano.
Una cagata pazzesca! ...No, non è vero.
Una cagata pazzesca! ...No, non è vero.
E fu sera e
fu mattina, mentre fuori dal finestrino saettavano lampi lontani ed enormi
pipistrelli dalle grandi ali nere volavano sopra di noi. Anche un opossum ci ha
fatto visita! Insieme a tanti simpatici insetti, che hanno deciso di seguirci
fin dentro le docce, per essere precisi. Riconfigurazione del mezzo, rapida ma
nutriente colazione (sul piccolo tavolino che – taaac – fuoriesce alla bisogna)
e poi via: non siamo neanche gli ultimi camperisti a lasciare il caravan park!
Oggi il
volante spetta a Ilaria (fate attenzione se la incrociate al volante, è una
guidatrice abile ed estremamente aggressiva), così posso dedicarmi ad ammirare
il paesaggio. Ci troviamo ai margini di un altopiano circolare, estremamente
lussureggiante e ricolmo di acqua, che cola giù in cento cascate, dove vivono miliardi
di termiti all'interno di enormi termitai, che al confronto Dubai gli fa un
baffo.
Quelli
normali, a cattedrale, già fanno impressione: bestioni alti fino a sei metri,
estremamente solidi. Quelli “magnetici” però lasciano a bocca aperta: centinaia
di termitai dal look estremamente moderno disposti in perfetto allineamento
nord-sud, grazie alle “bussole” interne di cui sono dotati i laboriosi
animaletti.
Pare un cimitero, no? |
Pochi chilometri ancora e troviamo il Buley Rockholes, uno spettacolare scivolo roccioso piuttosto affollato, e le Florence Falls, dove oltre ad ammirare una bella cascata accade un evento traumatico... dovete sapere che io sono malato di fotografia e che la mia macchina, una Canon 5D che per 8 anni mi ha servito senza mai colpo ferire, in vista di questo viaggio è stata portata in laboratorio per essere pulita e controllata perché fosse in perfetta efficienza. Avrete già capito, immagino... scatto una foto e tlac, lo specchio interno si stacca e buonanotte al secchio :-S
No way: sono in Australia, non ho neppure portato la macchina di riserva e mi si rompe la Canon? Potrei farne una malattia... Ilaria mi sa che intuisce il rischio dalla mia faccia spenta e così mi propone di tornare a Darwin in serata, modificando di nuovo l’itinerario, per cercare qualcuno capace di sistemare la cosa. Inoltre procedo all'immediato sequestro della sua macchina fotografica, con la quale inizio a scattare in maniera compulsiva per compensare la perdita appena subita.
Una delle ultime foto scattate con la dipartita macchina fotografica |
Ripresomi (più o meno) dallo shock, risaliamo sul camper e raggiungiamo la tappa seguente, le Tolmer Falls... un luogo spettacolare, una specie di mix fra il Selvaggio West, la Big Thunder Mountain di Disneyland Paris e l’Africa, dove c'erano un misterioso, enorme monolite visibile all’orizzonte e un caldo veramente infernale, di quelli che minacciano di stenderti se non stai davvero attento fra cappelli, acqua e altri accorgimenti.
L’ultimo
luogo da visitare è anche la principale attrazione del parco, le Wangi Falls,
dove i cartelli avvisano che “si può fare il bagno perché di solito riusciamo a tenere lontani i coccodrilli d’estuario –
però se ne vedete uno chiamateci, eh”.
Noi non ci si pensa neppure, ovviamente, ma gli australiani non si fanno problemi (e qui mi torna in mente la prima pagina di un giornale visto la sera stessa: “Killer croc killed, human remains found”), al bagno preferiamo una bella scarpinata di un paio di chilometri che ci porta sopra alle spettacolari cascate e... ah, che schifo! Un ragno, di quelli grossi: né io né Ilaria ne abbiamo mai visti di più grossi in vita nostra. Lo aggiriamo, solo per trovarne un altro pochi metri più avanti, ma per fortuna sono modelli “da ragnatela”, non sono di quelli demoniaci in grado di camminare rapidamente sulle loro troppe zampe.
Niente paura, di solito i coccodrilli mangiano una persona sola per pasto |
Noi non ci si pensa neppure, ovviamente, ma gli australiani non si fanno problemi (e qui mi torna in mente la prima pagina di un giornale visto la sera stessa: “Killer croc killed, human remains found”), al bagno preferiamo una bella scarpinata di un paio di chilometri che ci porta sopra alle spettacolari cascate e... ah, che schifo! Un ragno, di quelli grossi: né io né Ilaria ne abbiamo mai visti di più grossi in vita nostra. Lo aggiriamo, solo per trovarne un altro pochi metri più avanti, ma per fortuna sono modelli “da ragnatela”, non sono di quelli demoniaci in grado di camminare rapidamente sulle loro troppe zampe.
Quasi preferisco i coccodrilli...
Così riusciamo a riguadagnare il nostro camperino Toyota e a intraprendere la via del ritorno verso Darwin, dove arriviamo in poco più di un’ora e mezza anche grazie alla velocissima Ilaria, che sfida ripetutamente i limiti di velocità lungo la Stuart (Montezemolo dovrebbe mettere lei sotto contratto, al posto di quel paracarro di Massa).
Un bel giretto
in centro – per la macchina fotografica se ne riparla l’indomani, ma un bel six
pack di birra si può comprare subito – e poi ci dirigiamo verso East Point,
sede del museo militare e di un meraviglioso panorama che si affaccia da un
lato sul Mare di Timor e dall’altro sulla città, adagiata oltre una piccola
insenatura. Il sole sta calando e il cielo si va tingendo di arancione, mentre
noi parcheggiamo il camper e ci prepariamo alla grigliata serale.
Bello, ok... ma quando si mangia? |
Il 2013 è l'anno del politically scorrect, quindi diamoci dentro!
Ma torniamo a noi e a un barbecue in riva al mare, dove si è appena tuffato il sole, mentre il cielo diventa sempre più buio e compaiono stelle e luci di Darwin. Cibo genuino (salsicce “italian style”... seee), ottima compagnia, un posto da favola, una cena veramente memorabile!
Ma torniamo a noi e a un barbecue in riva al mare, dove si è appena tuffato il sole, mentre il cielo diventa sempre più buio e compaiono stelle e luci di Darwin. Cibo genuino (salsicce “italian style”... seee), ottima compagnia, un posto da favola, una cena veramente memorabile!
L’orologio
però incombe e il caldo della giornata sta presentando il conto. Siamo entrambi
piuttosto provati e così torniamo all’ottimo caravan park scovato nel
pomeriggio, così civilizzato rispetto a quello della sera prima (ma i
bacherozzi ti fanno compagnia in doccia pure qui, insieme ai gechi guardoni).
È l'ora della nanna!
Ma prima di andare a dormire, vogliamo sapere abbiamo macinato oggi!
Km totali percorsi: 23.874
Ma prima di andare a dormire, vogliamo sapere abbiamo macinato oggi!
172 km e ritorno... Non male! |
Km totali percorsi: 23.874
Eccovi, sempre a farvi desiderare! Imponenti quei così di termiti!
RispondiEliminaIo avevo commentato ma è sparito il mio commento... Comunque sempre a farvi desiderare con i post ;-)
RispondiEliminaBrutte le termiti!
Bert sono tempi difficili... stay tuned che presto ne arriva uno nuovo!
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