lunedì 18 marzo 2013

Matrimonio all'australiana

È mattina presto, ancora buio, quando mi sveglio per salutare Davide. Sono un po’ assonnata, e soprattutto sono negata per i saluti, ho sempre una gran fretta di concludere. Ecco la fine di 3 settimane intense e ricche di esperienze! Rivedrò il mio amico fra un numero imprecisato di mesi. Gli lascio un po’ di zavorra da riportare in Italia, e soprattutto saluti e affetto per tutti gli amici che mi aspettano a casa.

E dopo pochi minuti sono di nuovo da sola. Sono le 5 del mattino, devo liberare la stanza alle 10, quindi direi che posso prendermi ancora qualche ora di sonno. Però non è facile, un po’ per la malinconia dell’addio, un po’ per il pensiero della valigia da sistemare per l’ennesima volta, infine per la nuova incognita alle porte: chi saranno i miei nuovi ospiti? Max, quando ha saputo che il mio viaggio con Davide avrebbe avuto come meta finale Adelaide, mi ha raccomandato di fargli sapere quando sarei arrivata nella capitale del South Australia, perché lì ha degli amici che avrebbero potuto ospitarmi. Quindi alle 10, con tutti i miei averi miracolosamente impacchettati, mi reco alla reception per il check out e attendo l’arrivo di Andrew e Wendy, che si presentano venti minuti dopo. Una coppia molto cordiale, sulla cinquantina, che vive in un sobborgo sulle colline, in una casa circondata dal bush. Starò da loro qualche giorno, prima di partire un’altra volta. Non appena arriviamo a casa, mi mettono in guardia: “Occhio ai serpenti.” “Ce ne sono molti?” “Un po’, ma niente di cui preoccuparsi.” “Velenosi?” “Sì, ma niente di cui preoccuparsi.” Mi sembrano affermazioni discordanti. “Ora andiamo a portare a spasso il cane, se ti va puoi venire anche tu! Faremo un po’ di koala sighting!” “Ma se devo guardare in alto per avvistare i koala, come faccio a vedere i serpenti…?” Fortunatamente la mia apprensione si rivela infondata, e alla fine del velocissimo giro (non perché sia breve, ma perché Andrew e Wendy sono camminatori rapidissimi! Da mettere in imbarazzo la mia andatura da pendolare) i koala vincono contro i serpenti per 23 a 0. Se penso che a Kangaroo Island ho pagato per vedere 4 striminziti esemplari…


A parte questa avventura nel bush, passo il resto del tempo a ciondolare per la casa, con due eccezioni: il giro in città per fare gli acquisti di Natale e darmi una sistemata dopo le 3 settimane on the road (specie in vista del prossimo evento mondano), e il concerto di Natale organizzato dalla parrocchia frequentata da Wendy. Un concerto particolare: si tratta del Messia di Haendel (quello di Aaaalleluia!Aaaalleluia! Alleluia! Alleluia! Allee-luia!) eseguito da coro, solisti e pubblico! All’ingresso si ritira il libretto, si viene indirizzati dalla direttrice del coro a destra o sinistra, a seconda di quello che ti senti di essere, e poi si canta tutti insieme. Jesus Christ Sing Along. Io mi sono limitata ad ascoltare, ma è stata un’esperienza interessante. Non mi sono neanche addormentata. E nell’intervallo ci è stato offerto il rinfresco!
Per il resto, non ho molto altro da dire su Adelaide. Non sembra una brutta città, circondata com’è da un parco gigantesco e da belle colline coperte di vigneti. Ma ero davvero troppo stanca per godermela, quindi mi riservo il diritto di ritornarci in futuro. Adesso, come dicevo, si riparte: c’è da prendere l’aereo che mi riporterà a Brisbane. Tuttavia la mia prossima tappa non è nel Queensland, bensì qualche chilometro più a sud: si ritorna a Byron Bay! E perché ritorni a Byron Bay? Per il matrimonio di Bellapasta e Night Watcher!

Ve li ricordate, vero? Il mio primo weekend australiano! Allora mi annunciarono la decisione di convolare a nozze proprio in quel luogo, con una cerimonia sulla spiaggia, e mi invitarono alla cerimonia. Per l’occasione mi sono fatta mandare dall’Italia mezzo corriere – Davide – non uno ma tre abiti, e le mie scarpe rosse tacco 25. Io arrivo la sera prima del matrimonio, giusto in tempo per l’addio al nubilato. Mi reco all’ormai familiare YHA, dove gli sposi hanno prenotato la camerata per gli invitati, ed ecco i miei amici! Che bello vederli di nuovo, soprattutto in una simile occasione. Faccio inoltre la conoscenza di due invitati giunti apposta dall’Italia, Paola e Alessio il quale, per il potere conferito dalla più stretta necessità, è stato dichiarato padre della sposa. L’atmosfera è un po’ agitata, e non nel senso più comune del giorno che precede un grande evento: pare infatti che la spiaggia prescelta per la cerimonia sia… scomparsa. Mangiata dalle onde. Bisogna individuare una nuova location. Bellapasta nel frattempo deve ancora scegliere cosa indossare, se andare sul classico abito bianco o se optare per un azzurro mare. La sposa però sembra la più tranquilla di tutti. Io stessa devo ancora decidere cosa mettermi, e sembro più agitata di lei! 

Opzione #1


Opzione #2
Intanto gli invitati si palesano alla spicciolata: Dominik, il pilota, che ovviamente sarà l’autista della sposa, Silvia, una delle testimoni, che ho mancato per un soffio a Cairns, e infine anche la mia amica “toccata-e-fuga” Luciana! Come promesso a Cairns, ci rivediamo esattamente un mese dopo l’eclissi. Lei sarà l’altra testimone: con Silvia ha avuto la pazienza e la fortuna di trovare due abiti identici. Va’ come stanno bene!


L’addio al nubilato scorre in maniera molto sobria: kebab, acquazzone e birra. Siamo tutte stanche, all’1 siamo già a letto. Mi è giunta voce che l’addio al celibato abbia preso tutta un’altra piega…

Ed è la mattina del grande giorno. Il mio pensiero fisso fin dal risveglio è che devo stirarmi l’abito. Alla fine ho scelto il più sbarazzino, eccomi.


La cerimonia è alle 12, in teoria c’è tutto il tempo per prepararsi. Dobbiamo andare a fare la spesa, comprare le ultime cose per il pranzo di nozze, che sarà un barbecue sulla spiaggia. Io, Paola e Alessio ci incarichiamo degli acquisti. Mentre siamo al supermercato, Paola ha una grande idea: “La sposa ha il bouquet dei cinesi… perché non gliene prepariamo uno noi?” ed è venuto fuori un LA-VO-RO-NE! La lotta per accaparrarselo sarà senza esclusione di colpi! Alle 11 lo sposo parte per la spiaggia insieme agli amici per andare a preparare la location e per incontrare la celebrante. Poco dopo però arriva una telefonata angosciante da parte dello sposo: “È sparita la spiaggia!” “DI NUOVO???” E, all’ultimo minuto, tocca scegliere un nuovo punto per la cerimonia. In tutto questo, la sposa è rimasta serafica. La più serena di tutti. Ha infine scelto il vestito, è andata sulla tradizione. Mentre dà tranquille direttive, Luciana e Silvia le sistemano l’acconciatura. Nel frattempo arriva l’ultima invitata, Genny da Brisbane, e insieme io e lei ci facciamo dare un passaggio in spiaggia da Dominik.

Lo spettacolo è stupendo: due bandiere bianche segnalano l’inizio della “navata”, tracciata sulla sabbia con delle pietre. Da un lato Alberto, l’invitato addetto alla colonna sonora, traffica con l’impianto audio; dall’altro lato è stato sistemato un tavolino con il registro da compilare alla fine della cerimonia. Il percorso termina in un cerchio, dove prenderanno posto gli sposi e la celebrante.

E c'è anche la tavola da surf
Gli invitati, in tutto una quindicina di persone provenienti letteralmente da ogni parte del mondo (io sono l’australiana che ha fatto più chilometri per essere qui), ingannano l’attesa chiacchierando e chiedendo gentilmente ai bagnanti intorno di levarsi dal campo della macchina fotografica. Lo sposo, il più agitato di tutti, discute con la celebrante, quarantenne rampante che pare uscita da Dynasty. A un certo punto, tutti gli invitati si mettono a lanciare grida d’entusiasmo e a indicare un punto nell’oceano: delfini! Quattro delfini che giocano e saltano fra le onde! Peccato non abbiano aspettato ancora un po’, sarebbe stato un effetto speciale meraviglioso. Poco dopo, non paga dello spettacolo che ci ha già offerto, la giornata ci manda un aereo che solca il cielo in stile Frecce Tricolore. Ok, ora manca solo la sposa. Che giunge preceduta dalle sue testimoni, recanti le ampolle per la cerimonia della sabbia che concluderà il matrimonio. Alberto fa quindi partire la musica, e la sposa scende in spiaggia accompagnata da papà.



Ora, io ai matrimoni piango. Sempre. In genere all’inizio, quando arriva la sposa. Al matrimonio della mia amica Francesca, sono crollata quando lo sposo ha cambiato la formula di rito e l’ha resa un po’ più speciale. Al matrimonio di mia sorella è stato tutto così veloce che non ho fatto neanche in tempo a piangere, ma ci ho provato. Qui ho pianto dall’inizio alla fine. Dalla sposa che passa fra le bandiere mosse dal vento sulle note di One Love (ottima scelta, Night Watcher!), al saluto di papi agli sposi, alle parole della celebrante. Attimo di pausa, vedi lo sposo che piange anche lui, vedi gli invitati che piangono tutti, e giù di nuovo a piangere. Gli anelli! Oddio dove sono gli anelli, che dovrebbero essere nelle mani di Silvia? Grazie al cielo gli anelli in qualche maniera saltano fuori, e la cerimonia richiede che tutti gli invitati li ricevano e li consegnino infine a Luciana, che al momento giusto li darà agli sposi. Qualcuno (ehm…) cita addirittura uno dei 7.000 matrimoni di Beautiful, quello in cui Brooke arriva a cavallo sulla spiaggia per sposare – di nuovo – Ridge. E poi il momento dei voti. Il momento in cui pure la sposa cede e versa una lacrima. Il pubblico si scioglie. Mi commuovo ancora solo a scrivere. E finalmente sposi.



Applausi, musica, baci e abbracci. E, con un tempismo perfetto, di nuovo l’aereo! Quindi ci si sposta tutti verso il tavolino, dove con orrore scopriamo che il certificato riporta i nomi pieni di errori di ortografia. E pensare che il giorno prima la celebrante aveva chiamato Bellapasta per farsi ripetere nomi e cognomi corretti… Vabbeh, non sarà questo a rovinarci la giornata! C’è ancora la cerimonia della sabbia da eseguire. Silvia e Luciana consegnano le loro ampolle agli sposi, piene di sabbia azzurra e rosa, e insieme marito e moglie le vuotano in un vaso più grande, a forma di cuore. Poi tutti i partecipanti sono invitati a prendere un po’ di sabbia da terra e versarla nel cuore. Infine, la celebrante festeggia gli sposi con una bottiglia di champagne.

Ma sto fotobomber?
E che la festa abbia inizio! Ancora foto sulla spiaggia, qualcuno entra in acqua, e… oh! E il lancio del bouquet? Tutte in fila dietro la sposa, con la componente non italiana del gruppo particolarmente agguerrita, mentre noi si nicchia ai margini. Parte il bouquet, partono gomitate e spintoni...



e il premio se lo aggiudica una ragazza inglese di cui ahimè non so il nome. So che si era offerta di suonare l’ukulele durante la festa, ma credo che la gioia del bouquet le abbia fatto dimenticare l’impegno preso. È giunta l’ora di spostarsi nella zona barbecue, 10 metri più in su. Zona particolarmente affollata, data l’ora, ma in un modo o nell’altro ricaviamo lo spazio necessario per le nostre salsicce, consumate nel giardinetto lì vicino. Una grigliata proprio come si deve! Peccato che l’alcol vada consumato un po’ in sordina… Un amico della coppia, un tipo tedesco di cui ahimè non so il nome, si presenta alla fine della cerimonia con due involti di carta stagnola che hanno tutta l’aria di essere dei kebab. E invece sono birre, doni per gli sposi! Svaccata nell’erba con panino e patatine, penso che si tratta del pranzo di nozze più rilassato cui abbia mai preso parte. Anzi, tutto il matrimonio è il matrimonio più rilassato, incredibile e indimenticabile (con l’eccezione di quello di una certa parente stretta) cui abbia mai preso parte. Un raduno di amici che, così lontani da casa, rappresentano gli uni per gli altri la famiglia che sta a migliaia di chilometri di distanza. Un momento di vera gioia nel ritrovarsi e nel celebrare insieme la felicità di Bellapasta e Night Watcher.
Ma purtroppo anche le cose belle finiscono, spesso molto prima di quelle brutte. Alcuni invitati già si ritirano a metà pomeriggio, qualcuno neanche fa in tempo a mangiare il dolce, un buonissimo tiramisù proveniente da una pasticceria francese di Byron.

La torta nuziale

Silvia e Paola, coraggiose, vanno a fare il bagno, ma il tempo, così clemente durante la mattinata, inizia a fare i capricci. Piove per 10 minuti e tira un vento freddo. L’unico riparo che abbiamo sono gli asciugamani che abbiamo portato come tovaglie. È proprio ora di tornare in ostello. Dove, nella migliore tradizione italiana delle giornate dei pranzi luculliani, qualcuno chiede: “E per cena che facciamo?” “Ma che, sei matto, vuoi mangiare ancora?” “Potremmo prendere una pizza…” “Beh, perché no…” e la combriccola finisce la giornata nella maniera più italiana possibile, come un sabato sera casalingo: pizza e coca cola. Poco importa se qui la pizza è coperta di pollo e ananas…
E il giorno seguente è di nuovo l’ora dei saluti: Luciana parte prestissimo per Cairns, Genny è tornata a Brisbane addirittura poche ore dopo la cerimonia, Silvia partirà fra poco. E pure io ho la valigia pronta per la prossima tappa. All’ingresso dell’ostello auguro a Paola e Alessio un piacevole proseguimento in Australia e un buon rientro in Italia; abbraccio gli sposi, li saluto e li ringrazio per avermi voluto al loro fianco in questa splendida giornata. “E ci vediamo presto, ok?

Oggi sposi!
E vediamo quanti chilometri ho macinato per poter prendere parte a questa giornata:

1.600 km








Km totali percorsi: 29.470


5 commenti:

  1. Sarà a causa dei 7000 matrimoni di Biutiful, ma io non riesco a commuovermi ai matrimoni... forse ci riuscirei se durante la cerimonia uccidessero un gattino, questo sì :)

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    1. Nooo Pikke per carità, lasciamo stare i gattini! Troveremo un altro modo per farti commuovere...

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  2. Io ho un'idea... stampiamo tutti i glossari third parties e li bruciamo davanti a lei, impedendole di intervenire! Lacrime assicurate!

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  3. Bellissimo! Il matrimonio da sogno! Aperto anche dai delfini... Che c'è di meglio!
    Manchi Fusotta :-P

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