domenica 2 settembre 2012

Nel primo giorno di primavera


Il 1° settembre in Australia inizia la primavera. Pare che gli australiani abbiano qualche difficoltà a ricordare le date di equinozi e solstizi, quindi hanno stabilito arbitrariamente che il 1° settembre inizi la primavera, il 1° dicembre l’estate (mentre lo scrivo, mi pare una cosa assurda) e via dicendo. Convenzioni a parte, queste giornate nell’emisfero sud sono così luminose, così brillanti che passeggiando per la città uno non può fare a meno di pensare: oggi è un buon giorno. Per andare a zonzo, perdersi (cosa in cui, lo sappiamo, sono bravissima), vedere e sentire tante cose.
Immaginiamo allora una tipica giornata di Swaggirl a Brisbane.

Suona la sveglia, e finalmente il sonno agitato dagli stridori degli uccelli notturni giunge al termine. Sono molto fresca e riposata. 

Camera da letto di Swaggirl

A tentoni, con gli occhi socchiusi, raggiungo la cucina e mi preparo la mia bella colazione, muesli e yogurt greco. Sai che? Mi metto anche in veranda a mangiare. Ammiro il giardino posteriore, un giardino con una spiccata personalità. Il filo del bucato, qualche albero da frutto, il piccolo orto, le casette delle api. Max si diletta anche a produrre miele, fra le altre cose. 


Controllo la posta, leggo il giornale locale per darmi un tono. Mentre mangio, arrivano alla carica Molly, Mefi e Fluffy, che sperano di ottenere qualcosa dalla sottoscritta. Nossignore, care mie, ho precise istruzioni, si mangia solo due volte al giorno. Max a questo punto rientra a casa dalla palestra e si mette al lavoro, non prima di avermi chiesto cosa ho intenzione di fare oggi. Uhm, vediamo un po’… oggi mi sento da giro in centro nella city. Mi sembra un buon programma. Preparo lo zainetto con l’attrezzatura da turista e mi incammino per le strade del quartiere, direzione Toowong Tower, ovvero un grattacielo quasi cubico di uffici e centri commerciali, dove si trova anche la stazione ferroviaria. Ci vuole circa una mezz’oretta di cammino sostenuto per arrivare lì, ma io riesco a metterci quasi un’ora, dal momento che sono una navigatrice creativa e ogni volta mi invento percorsi diversi. Su e giù per le strade collinose del quartiere, una casa dopo l’altra in qualche modo particolari ognuna a modo suo, eppure per me tutte uguali. Eppure così graziose che spesso mi fermo a fare foto. Ma con discrezione. Non vorrei essere presa per una persona losca che sta preparando cose non belle. Cancelletto basso, praticello ben curato, bambini occasionali che vanno con i pattini su e giù per il sentiero. 


A volte si trova qualche ridicola combinazione di attività commerciali fra un isolato e l’altro. Per esempio, tripletta di parrucchiere, toelettatore per cani e lavanderia. Le persone più anziane ti salutano quando ti incrociano, mi mette di ottimo umore questa abitudine. Anche il postino saluta! Chissà che sorriso ebete devo avere, chissà se si vede che sono una furesta, al di là del fatto che ho la macchina fotografica appesa al collo e la cartina in mano. Bello, passo persino davanti al club di bowling locale e ci sono un mucchio di vecchietti che giocano. Ma quale bowling, giocano a bocce! Mi fermo a guardare, mi notano e mi salutano. Domando se non gli scoccia se scatto qualche foto. “Ma perché vuoi fotografare dei vecchi?” “Why not?” come dico sempre io. 


Saluto e proseguo. Fa caldo, l’ho detto? Saranno le 10, e fa caldo. Finalmente (e non so se vi siete resi conto dell’ellissi estrema) arrivo alla torre e vado a prendere il treno.
In 15 minuti scarsi arrivo a Roma Street Station, diciamo ai margini del centro. Dal momento che mi piacerebbe essere una persona molto metodica, penso di iniziare il mio giro dall’attrazione più vicina alla stazione, ovvero Roma Street Parkland, uno dei parchi cittadini. Dal momento che non tutti i desideri sono ahimè realizzabili, sono una delle persone meno metodiche che io conosca, e questo è stato il risultato del mio peregrinare quel giorno: 

Da qui forse non si capisce, ma sono 11,5 km

Comunque, Roma Street Parkland. Non sto qui a raccontarvi nei dettagli, vi rimando alle foto; in ogni caso, un posto devo dire notevole, soprattutto per i coloratissimi tappeti floreali e la fauna che ospita. A parte i soliti uccelli, la sorpresa più grande è stato individuare fra i cespugli un rettilone, lungo forse 40 cm, chiamato drago d’acqua. I rettili non sono fra i miei animali preferiti, ma questo coso è oggettivamente una bella creatura. E quando corre è buffissimo! Hop hop hop hop, saltella da una zampetta tozza all’altra con fare baldanzoso, ondeggiando con tutto il corpo. Non so come reagireste voi, ma la prima volta che mi sono trovata davanti questo coso (ne ho visti parecchi quel giorno) mi sono sentita come la povera europea abituata al massimo alle lucertoline che porta in casa la Micia. Questo coso la Micia se la mette in tasca.


Vabbè, non voglio annoiarvi con la zoologia. Abbandoniamo il giardino e puntiamo verso il centro del centro. Le strade da queste parti intrecciano un reticolo: le vie che corrono in direzione NO-SE hanno nomi maschili (William, George, Albert…), le vie che si stendono in senso NE-SO prendono invece nomi femminili (Adelaide, Ann, Elizabeth…). Fatene quel che volete di questa piccola curiosità: io la trovo semplicemente divertente. Oltre ai giardini botanici e agli antichissimi palazzi storici - il più vecchio dev’essere posteriore al 1850, e di tanto anche - non c’è molto che attiri la mia attenzione, a parte Hungry Jack’s. Un fast food noto nel resto del mondo come Burger King. Il fatto è che in Australia c’era già un signor Burger King che vendeva panini, e ha rifiutato di cedere il nome al colosso. È seguita lotta in tribunale e il piccolo signor King ha vinto! Ergo il grande King ha perso il nome e la faccia. Una cosa del genere non capiterebbe mai al Colonnello. Percorriamo Queen St andando verso il fiume: più che altro un susseguirsi di negozi e centri commerciali. Attraversiamo il Victoria Bridge e finiamo in quella che è la parte che mi è piaciuta di più della città, il South Bank. 

Una specie di Idroscalo, ma molto più bello. Intanto, è un gran bel polo culturale: a un tiro di schioppo ci sono due biblioteche, pinacoteche, teatri e la ruota panoramica. Che, ora che ci rifletto, penso sia un’attrazione esteticamente piuttosto brutta, non capisco perché ogni città voglia avere la sua. In ogni caso, fra questi edifici e il fiume c’è un bel tratto di terreno dedicato allo svago dei cittadini: lungofiume per correre e andare in bicicletta, prati per prendere il sole, mercatini, chioschi, gli immancabili barbecue (il comune ti dà la piastra, il gas e a volte anche la paletta per girare le salcicce), una pagoda nepalese nascosta in mezzo a una macchia di giungla. Ma la cosa che risveglia il mio entusiasmo da bambina è la spiaggia artificiale che è stata ricreata sul fiume. 


Fontane, piscine, sabbia bianchissima, giochi d’acqua, proprio in faccia ai grattacieli dell’altra riva. Potrebbe sembrare brutto, e invece l’insieme funziona a meraviglia. C’è anche il bagnino. C’è persino – questo paese è civile da far schifo – un punto riparazione biciclette.   

In Italia si rubavano tutto subito

Insomma, sono stata a Brisbane in diverse occasioni. E se al primo impatto mi ha lasciato un po’ delusa, confesso che ogni volta che ci tornavo la trovavo sempre più piacevole. A misura d’uomo, con molti spazi tranquilli, quasi piccola. Probabilmente la prima visita non era quella destinata a fare colpo perché non mi sono data il tempo di conoscere la città, perché avevo un sacco di altre cose per la testa. In primis: ora che sono qui, che cosa combino? Qual è il masterplan? E devo dire che quel primo incontro mi ha aiutato a capire che non ho intenzione di passare il mio tempo qui in Australia vivendo in una città; non per il momento, almeno. Ho vissuto in città tutta la vita, e adesso vorrei vedere cosa c’è fuori, in un paese che, diciamocelo, non è celebre per le sue metropoli.

Non è un punto di vista interessante?

Ergo, è ora di mettersi in cammino e lasciare Brisbane.

7 commenti:

  1. Che invidiaaaaa! Sembrano quasi iguane quei lucertoloni! Bella la camera :-P
    Baci fusotta!

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  2. Ma quindi? riparti subito?
    "In Italia si rubavano tutto subito" - LOL!

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  3. Che bella città! Bisogna organizzare una sfida fra la Bocciofila Brisbane e quella di Aosta (lì le bocce sono "sporta nazionale")!

    Paura le lucertolone!!

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  4. Ila la tua camera è inconfondibile =D

    Belle foto, la spiaggia in città, tutto quel verde, il lucertolone inquietante °__°
    Brisbane m'era piaciuta dalla macchina con la pioggia battente e adesso mi ispira ancora di più, sarà da rivedere con sole e calma prima o poi =D

    Hungry jack invece delusion, speravo fosse un qualche posto tipico australiano e oltre a essere semplicemebe BK, è pure meno buono di quello che c'è qui T_T

    I canguri cittadini mi inquietano un po', devo dire...

    Bei giri ti stai facendo, non vedo l'ora di leggere delle prossime avventure, le zone più naturali del paese... E sempre tante foto mi raccomando!

    Qua tutto a posto, tutto nella norma... Ti scriverò!
    baci!

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    1. E forza Dottore, hai conquistato anche l'Australia!

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  5. No ma il cespuglio a forma di bruco spacca :D!!! Ups, ho dimenticato la virgola prima del ma ;)

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