giovedì 28 luglio 2016

Yujin

Dopo Yi, rimaniamo in Oriente. Oggi vi racconto della mia amica Yujin.

Ho conosciuto Yujin tre anni fa, nell'ultima parte del mio viaggio australiano - quella che non è mai finita nel blog. Ero a Perth, da lì sarei partita per Bali, ma prima avrei passato una settimana in città. Yujin era in camera con me nell'ostello. Lei era appena arrivata dalla Corea del Sud con il suo working-holiday visa, io stavo per andarmene. Nonostante i pochi giorni passati insieme, abbiamo legato immediatamente e in una maniera sorprendente, abbiamo scoperto un'incredibile affinità su più livelli; la cosa che più mi fa specie se ci penso è quanto avessimo in comune in termini di percorsi di vita.

Pochi giorni dopo esserci incontrate, lei è partita alla scoperta del continente australiano, piena di entusiasmo, io tornavo a casa un po' con la coda fra le gambe. Da allora, ci siamo sentite ogni tanto su Facebook, ma nulla di più.

Qualche giorno fa, posto una delle mie foto del KFC su Facebook, e Yujin mi contatta, chiedendomi se fossi a Londra. E Facebook fa il miracolo! In quattro e quattr'otto organizziamo per incontrarci dopo il lavoro. Il lavoro gentilmente mi concede di uscire in orario, il meteo è piacevolmente benigno nonostante una mattinata pessima, e come da programma ci troviamo a Camden Town. 

Che bellissima sorpresa! Esitiamo un attimo a riconoscerci, ma solo un attimo, ci corriamo incontro, ci abbracciamo, e subito sembra di essere ieri che ci siamo viste l'ultima volta; ma le cose da raccontarci sono tantissime, quello che ci è successo da quando ci siamo separate, ma anche ritornare con la memoria alle storie che ci siamo scambiate in quei giorni. Passeggiamo per il mercato di Camden, che a quest'ora di un mercoledì si sta svuotando in fretta - è la prima volta che noto la sua struttura a bazaar - prendo da mangiare a una bancarella malese, andiamo a sederci lungo il canale, senza mai smettere di parlare. L'impressione di aver avuto due vite così diverse, eppure con tanti punti in comune, è ancora viva dopo 3 anni; ascoltiamo le rispettive storie, ci raccontiamo i traguardi raggiunti - così diversi da quelli delle nostre coetanee, così intangibili, eppure Yujin mi aiuta a capire che pur sempre di traguardi si tratta. Andiamo a toccare esperienze passate difficili, che entrambe abbiamo cercato di nascondere o dimenticare, e invece oggi ne parliamo non con facilità, ma almeno con un certo senso di liberazione, anche se per quanto mi riguarda c'è ancora tanto lavoro da fare. Però parlare e confrontarmi con lei mi ha fatto almeno intuire quanta strada ho fatto fino ad oggi.

Mentre parliamo sedute sul canale, passano due singolari individui (donne? uomini? boh) che fanno cosplay, un incrocio fra Minnie, le guardie della Regina di Alice e Harley Quinn. Non penso di aver dato l'idea. Ma Londra è anche questo, e Camden soprattutto. I due non possono fare a meno di attirare l'attenzione di tutti i presenti; io penso che stiano andando a una festa, e invece li vedo sedersi in un caffè sull'altra riva del canale, a livello della strada, da dove arriva musica acustica. Dal momento che ho finito di mangiare e Yujin ha voglia di prendersi un dolce, decidiamo di andare proprio in quel caffè, che ho visto così tante volte e avevo sempre evitato con sospetto date le vibrazioni hipster che emanava. E insomma, non mi sbagliavo. Ma in fin dei conti ci stava tutto: open mic night, finestroni sul canale coperto dalle foglie degli alberi, la ferrovia che corre parallela all'acqua, le narrow boat ormeggiate, un cielo plumbeo che però non spaventa più, tanto la pioggia ha già dato.

Sono le 9 quando ci salutiamo, scorrendo i rispettivi impegni per le prossime settimane e concludendo che probabilmente settembre sarà un buon mese per vedersi. Per una volta la distanza nel tempo non mi spaventa né mi frustra. Un po' perché settembre è dietro l'angolo (ansia), un po' perché, con certe persone, è sempre come se le avessi viste ieri. E ritrovarle sulla mia strada è un po' come essere a casa.


martedì 26 luglio 2016

Yi

Secondo giorno del revival, secondo post. Brava!

Oggi tra l'altro manco è successo qualcosa di notevole, a parte che ho perso le prove perché sono uscita tardi dal lavoro.

Quindi oggi, prendendo spunto da questa foto, parlerò di Yi.


Yi è una mia collega, una ragazza cinese adorabile. Fin dalle prime settimane di lavoro, quando ancora più o meno nessuno mi rivolgeva la parola, Yi quasi ogni giorno mi chiedeva: Ilaria! Hai pranzato? o Ilaria! Cosa fai ancora qui a quest'ora? È tardi!

I primi tempi eravamo compagne di banco, e più volte aveva l'abitudine di lasciare sulla mia scrivania un dolcetto o un pezzo di cioccolato, con la scusa che se non avesse distribuito, avrebbe mangiato tutto lei.
Ora è appena tornata dalle vacanze - in Cina, presumo - e ha portato in ufficio i famigerati Kit Kat verdi,


dei cosi a forma di Minions che ho già avuto la disgrazia di assaggiare, e il dolcetto di cui potete vedere un'immagine sopra. Ero molto titubante, ma Yi mi aveva offerto personalmente una di queste merendine (Tokyo Banana, si chiamano), e non volevo mica fare la cafona! 

Ci ho messo due giorni a decidermi - dopo che il mio manager mi ha caldeggiato di mangiarla "dopo aver completato tutti gli incarichi della giornata" [cit.]. Ma stasera ero troppo scazzata per aver perso le prove... e quando sono scazzata, compenso col cibo. E il cibo a portata di mano era quello.

Primo morso: disgusto. Non per il sapore in sé, ma per la consistenza: cilindro di pan di spagna (io ooooodio il pan di spagna!) che avvolge un cuore dell'equivalente cinese di crema pasticcera. 
Secondo morso, Dai, non è poi così male.

E poi è finito.

Per fortuna qualcuno aveva portato in ufficio una scatola di Baci Perugina.

L'anima prova nell'amore una esuberante libertà.

Ma voi lo sapete cosa sono i brownie point?

lunedì 25 luglio 2016

Where is Swaggirl 2.0 - O, per meglio dire, cosa combina Swaggirl

Più di 3 anni dall'ultimo post. Incredibile.

Incredibile che stia riprendendo in mano questo blog, stavolta con l'idea di fare post più brevi e possibilmente più frequenti.
Tanto lo so che entrambi i propositi verranno meno.

Stavolta l'idea è quella di scrivere pezzettini di cose, possibilmente belle e mi auguro curiose e inusuali, che mi capitano in questo momento di stanzialità.
Sono ormai quasi due anni che mi sono fermata, la domanda non è più dov'è Swaggirl, ma piuttosto cosa fa Swaggirl. Capito il senso del titolo, eh? Molto sottile.

Presempio, oggi... oggi non è successo nulla di che. Ma ho ricominciato a scrivere sul blog - questa è metanarrazione - che è una cosa bella e molto inusuale.

E poi, insomma, è un lunedì, non è che possiamo aspettarci chissà cosa. Sono uscita stratardi dal lavoro, e questo ahimè non è molto inusuale, ma la cosa bizzarra è che l'umore non ne ha risentito particolarmente. Sono uscita dal lavoro e ho resistito alla tentazione di fermarmi a comprare junk food, e anche questo non è da me. Ma per i prossimi tre mesi ho deciso di (provare a) mettermi a dieta. È già il secondo proposito nel giro di poche righe. Ormai l'ho scritto.