mercoledì 29 agosto 2012

Surfin' in the Byron Bay


Neanche in un milione di anni mi sarei mai aspettata che mi accadesse ciò che è successo nel mio primo weekend australiano.
Ellamadonna, cosa ti è successo? Si staranno chiedendo in tanti. (Cioè, in tanti… i miei 13 lettori se lo staranno chiedendo! A proposito, tutti gli altri: correte a cliccare qui a destra!)

Allora, sono arrivata mercoledì in Australia, OK? E non appena poso piede su suolo australiano, metto il mio bel post sulla bacheca di FB per far morire di invidia tutti i miei amici. Poco più di 24 ore dopo, ricevo il seguente messaggio: “Anche tu in Australia?” State ancora cercando di vincere il jet lag, siete sopravvissuti a numerosi attraversamenti pedonali (pericolosissimi, essendo voi avvezzi a guardare dalla parte sbagliata della strada), dovete venire a patti con l’accento locale. E ricevete un messaggio come se fosse sabato pomeriggio e vi chiedono se la sera vi va di andare al cinema a Cerro Maggiore. E scusate se è poco. Aggiungiamo poi che il messaggio arriva da questa amica, che chiamerò Bellapasta, che non vedevo da forse 14 anni. E non solo si trova anche lei in Australia (superficie: 7.617.930 km²), ma attualmente vive a Byron Bay… 165 km a sud di Brisbane! Uno sputo non solo in termini australiani, ma addirittura brianzoli!
Cioè. Ci rendiamo conto? Rendiamoci conto. In quattro e quattr’otto (in un posto così grande, per forza di cose bisogna agire in fretta) ci scambiamo i numeri di telefono, ci sentiamo ed è fatta! Sabato si va a Byron Bay!

Mentre sono sul bus, due parole su Bellapasta. Ci siamo conosciute all’età di 15 anni durante una vacanza studio a Londra (santo cielo, la prima volta che presi l’aereo), abbiamo passato un'estate spassosissima, ma poi per qualche motivo ci siamo perse, come può capitare nella vita. Forse ci siamo riviste un paio di volte in seguito, ma poi più nulla, fino all’avvento di Facebook, che ci ha fatto recuperare i contatti, ma sempre in maniera occasionale. Ma per fortuna che c’è Facebook!

Fine della storia. E anche del viaggio, il pullmino in due ore mi porta a destinazione. Scendo un po’ disorientata e mi trovo circondata da altri viaggiatori che presto svaniscono, ognuno verso la propria meta. Io sto lì ad aspettare che qualcuno mi raccolga e studio il posto in cui sono arrivata. Un sacco di backpacker, gente in costume e infradito che vaga per le strade (e ricordiamo che siamo sul finire dell’inverno), skater, surfisti che si muovono su uno sfondo di negozi fricchettoni, agenzie di viaggi, fast food, gelaterie… la classica località turistica. La mia prima località turistica australiana! Alcuni dicono addirittura che sia una delle più belle del paese. E io ci sono finita dopo neanche una settimana.

Vabbè, ma dov’è Bellapasta? Continuo a scrutare da un lato all’altro della strada principale, strizzando gli occhi contro un sole devo dire cattivo. Eccola laggiù! Ci corriamo incontro, baci e abbracci, e constatiamo che in tutti questo tempo non siamo cambiate poi molto. E quasi all’unisono: “Assurdo! Trovarti qui in Australia!!!
Ci spostiamo verso l’ostello dove vive da un mese con il suo fidanzato, che chiamerò Night Watcher, e passiamo le quattro ore seguenti a recuperare 14 anni, interrompendo di tanto in tanto il flusso del racconto esclamando: “Assurdo! Trovarti qui in Australia!!!”. Gli studi, le esperienze di lavoro, le conoscenze comuni, e soprattutto quelle tre settimane londinesi, remote ma indimenticabili. Per arrivare al presente: anche Bellapasta e Night Watcher hanno deciso di prendersi una pausa dall’Italian Way of Life e sono arrivati in Australia all’inizio dell’anno, hanno vissuto per diverso tempo a Melbourne barcamenandosi nei lavori più diversi, hanno sperimentato il leggendario lavoro nelle farm (necessario per rinnovare il visto) e hanno quindi deciso di muoversi verso nord, fermandosi a Byron Bay un paio di mesi. “Qui la vita può cambiare nel giro di mezz’ora” mi spiega “noi cercavamo un posto per dormire un paio di giorni, e adesso siamo qui da un mese. L’ostello ci offre l’alloggio in cambio di qualche ora di lavoro.” E che lavoro! Bellapasta va a recuperare i turisti che arrivano in città alla fermata dell’autobus, mentre Night Watcher, come si evince dal nome, è il tutore dell’ordine dell’ostello nelle ore notturne. Fra parentesi: non uso i loro veri nomi non perché mi abbiano chiesto l’anonimato, è solo che mi diverto un sacco a usare i soprannomi.

Quindi, una chiacchiera dopo l’altra, si avvicina l’ora di pranzo, che prepariamo nella cucina dell’ostello (davvero attrezzata, non c’è che dire), dunque ci spostiamo tutti e tre in spiaggia. Allora è questo l’oceano Pacifico… Impressionante! Acqua a perdita d’occhio, e spiagge che sembrano piste d’atterraggio. Ripenso all’ultima volta che sono stata al mare in Italia: Pietra Ligure. Non dirò altro.


Qualche matto fa il bagno, un mucchio di ragazzi giocano a rugby (o football, o AFL, di cui spero di raccontarvi presto), le famiglie fanno pic nic. Sul prato appena prima della spiaggia degli ascoltatori estremamente rilassati ascoltano un tipo che si esibisce al sitar. Ma non è l’unica musica che sentiamo: Night Watcher mi fa notare che, strusciando i piedi nudi sulla sabbia, si produce un rumore curioso, una sorta di gnic gnic gnic curiosissimo e divertente. Chiacchieriamo ancora un po’ (abbiamo parlato così tanto durante il weekend che credo di essermi abbronzata la lingua), ma è ancora presto quando decidiamo di lasciare la spiaggia: saranno solo le 4 del pomeriggio, che inizia a fare freschino. In effetti la luce durante il giorno mi spiazza un po’ da queste parti del mondo, mi fa notare Bellapasta che alle 10 c’è un sole molto intenso, come da noi a mezzogiorno, ma già a metà pomeriggio appena si diffonde una luce serale, e alle 6 tanti saluti, il sole va giù (e, credeteci o no, inizia a fare freschino).

Ci rimettiamo in cammino per le strade di Byron Bay e avvistiamo The Happy Coach, un pullmino che fa la spola tra il paese e Nimbin, villaggio fricchettone che basa la sua economia sulla ganja, a quanto ho capito. Ma a questo giro non l’ho visitato.

Ma sono contenta lo stesso!
In ostello troviamo il tempo per chiacchierare ancora un po’, poi Night Watcher mette fretta a noi fanciulle affinché andiamo a prepararci per la serata: cena a 5 $ al pub Cheeky Monkey con birra aggratis, seguito dalla Ladies’ Night. Sounds good.
Per farla breve, l’hamburger non era male, la birra gratis sempre ben accetta, la Ladies’ Night l’ho trovata divertente ma un po’ di dubbio gusto (la clientela maschile era invitata a partecipare a una gara di spogliarello, davanti a una malcapitata futura sposa le cui amiche probabilmente non potevano permettersi uno spogliarellista professionista). Ora delle 10 di sera ne avevamo abbastanza del locale, ci siamo spostati verso un altro pub, quindi di nuovo all’ostello, dove siamo rimasti su a chiacchierare ancora un po’ con il guardiano notturno di turno, quindi abbiamo salutato, e ognuno in camera sua. A proposito, non vi ho mai detto che ho l’abitudine di fotografare i posti in cui dormo. Ecco la mia camera al YHA, che dividevo con altre otto ragazze.

Quale sarà il mio letto?

Pronti per un’altra giornata frenetica? Colazione, mattinata in spiaggia, pranzo e gita al faro nel pomeriggio. Nel frattempo mi rendo conto che nessuno mi corre dietro, e decido di fermarmi un’altra notte a Byron Bay. Ho fatto bene a prenotare solo l’andata. SEMPRE prenotare solo l’andata, che non si sa mai cosa potrebbe accadere.

La salita al faro ci porta via circa mezz’ora, e il percorso ha il suo fascino. Abbandonato il paese, ci inoltriamo nella foresta e di tanto in tanto gli alberi si aprono e ci rivelano vedute spettacolari sulla baia. Vi lascio immaginare cosa sia la vetta… Anzi no, ecco qua:


Il faro si erge sul punto più orientale del continente. La spiaggia che si estende sull’altro lato è meta prediletta dei surfisti, mi dicono. Da qui si vede uno spettacolo fantastico: delfini che saltano, balene che affiorano, se sei fortunato vedi anche i wallaby! Se sei sfortunato, incontri uno squalo! Ma mi auguro che noi si sia fuori portata.

Hic sunt tiburones!

C’è un sacco di gente quassù, e il paesaggio merita. Abbiamo la fortuna di assistere a uno stupendo tramonto. Ma immediatamente dopo inizia a fare freddo, quindi è meglio cominciare la discesa. La foresta ora fa un po’ più paura, gli uccelli non stanno zitti un minuto, ma Bellapasta mi fa notare che quelli che io credo siano pennuti sono in realtà pipistrelli. “Pipistrelli grossi come Batman.” Giuro. Enormi, e continuavano ad arrivare nella nostra direzione, a stormi. Uno si è appollaiato a testa in giù su un ramo nel momento esatto in cui ci siamo passate sotto. Se un pipistrello appeso così fa la cacca, cosa succede?

Rientro in ostello, cena (ho provato gli hamburger di canguro. Che dire… curiosi. Mi hanno ricordato la salamella, ma pare sia molto soggettiva la cosa), chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Si è unito a noi e alle nostre chiacchiere anche Dominik, un ragazzo austriaco che vive a Brisbane e nei weekend si sposta a Byron Bay per lavorare. Di mestiere fa il pilota di piccoli aerei, porta in cielo i paracadutisti e poi li butta giù. Fico, eh? E perché vi parlo di lui? A parte che fa un lavoro fichissimo, il fatto è che Dominik possiede un mezzo proprio, e l’indomani sarebbe tornato a Brisbane. “Mi dai un passaggio?” le parole mi sono scappate di bocca involontariamente. Sembra un po’ perplesso, temporeggia, cerca di nicchiare. Che dite, sarà che ha la fidanzata in visita dall’Austria e vorrà passare tutto il tempo utile da solo con lei? Ma io faccio la gnorri. No, dai, a dire la verità mi sono fatta qualche scrupolo, non sono così meschina. Ma pare che l’abitudine di condividere i viaggi in auto sia molto diffusa in Australia, e nel corso di quest’anno sarà il caso che apprenda alla perfezione l’arte del backpacker. Quindi, mi sono guadagnata il viaggio di ritorno. SEMPRE prenotare solo l’andata.

Il giorno dopo scorre in maniera estremamente tranquilla. Bellapasta è di turno, quindi fa avanti e indietro tra l’ostello e la fermata dell’autobus, e a volte la accompagno. Oggi l’ostello offre i pancake per la colazione! Bel modo di iniziare la giornata. Ozio a bordo piscina, appesi alle amache… ci si abitua in fretta a questo genere di vita. 


L’unica nota stonata è il tempo, che oggi fa un po’ i capricci. È proprio ora di tornare a casa. Intorno alle 6 partiamo. Baci e abbracci e ancora una volta: “Assurdo! Trovarti qui in Australia!!!” E speriamo di rivederci presto.

Il viaggio di ritorno è tutto sommato interessante. Faccio un mucchio di domande a Dominik a proposito del suo lavoro, si vede che volare gli piace proprio. Gli spiego che non è che io abbia paura degli aerei, ma c’è sempre questa vocina estremamente flebile nella mia testa che non mi fa stare al 100% tranquilla. Lui mi rassicura dicendo: “Beh, sai che è molto più pericoloso andare in macchina, vero?” Certo, lo so. Mi rendo conto di quanto può essere pericoloso un viaggio in auto, soprattutto se non molli un secondo la mano della tua fidanzata e fai tutto con l’altra mano, gesticolazione compresa. “I piloti sono persone che devono fare un sacco di ore di volo, superare un mucchio di esami. A differenza di molti idioti che guidano. E per quanto riguarda la manutenzione, le compagnie aeree preferiscono spendere soldi ogni anno per assicurarsi che l’aereo funzioni a dovere, piuttosto che perdere il velivolo e spendere così molti più soldi.” Ora, non so se questa cosa dovrebbe tranquillizzarmi definitivamente, o se dovrei sentirmi offesa dal fatto che al centro dei pensieri delle compagnie aeree ci sia il benessere dei mezzi e non dei passeggeri… Vabbè, l’importante è che stiano in aria. “C’è un programma TV, Aircrash Investigations… 90 episodi sugli incidenti aerei più famosi della storia, dovresti guardarlo!” “Ah, sì? Interessante!” Per farmelo vedere dovrete riuscire a farmi questo, prima.


Ma, come al solito, mi sto dilungando. In meno di due ore arriviamo in città, Dominik mi porta alla stazione degli autobus, e da lì a Toowong sono forse 45 minuti, fra bus e treno. L’ultimo tratto è tutto affidato alle mie gambe. Mezz’ora a passeggio nei quartieri residenziali by night, su e giù per le vie collinose, con pochissime luci per le strade. Non incontro un’anima, solo poche auto, e sono solo le 9 di sera. I rami degli alberi si sporgono a mo’ di volta lungo le piste pedonali, e confesso che sono un po’ spaventata, temo che fra le ombre si nasconda qualcuno. Invece sono solo i consueti uccellacci notturni che mi tengono d’occhio. Allungo il passo, mi viene il fiatone, e finalmente arrivo al numero 23, casa. La luce è accesa come promesso, dalla porta a vetri vedo Max sul divano che gioca con l’iPad, Karen che stira guardando la TV e Molly che dorme e sogna lì accanto.
Che weekend incredibile.

Qualche numero per ricapitolare
330 km fra andata e ritorno
Km totali percorsi: 17.030

Oh, non vi ho chiesto se vi piace il nuovo sfondo del blog... così è più leggibile, no?
La prossima volta vi racconterò qualcosa in più su Brisbane!

7 commenti:

  1. Ci stai abituando troppo bene con questi bellissimi post, mi hai fatto ridere con la descrizione di Dominik che guida e con tante altre cose (sì, il blog è molto più leggibile :P)

    Mi è pure tornato in mente il football australiano... che giocavo al liceo di Parabiago, agli ordini di quel matto di Tansini (e se Dimitri legge, capirà).

    Il tuo letto è sicuramente quello più incasinato della foto, che domande!

    E per finire: Indagini ad alta quota, si chiama così la serie in italiano. E' un programma troooppo bello, io lo guardo SEMPRE il giorno prima di ogni viaggio in aereo!

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  2. Finalmente riesco a commentare, Ila! :D :D FORSE!

    E' bellissimo leggere le tue avventure, grazie per aggiornare così frequentemente.. che dire, sembrano posti meravigliosi, e pazzesche le distanze che sei riuscita a coprire in così pochi giorni!

    A proposito, io sono tornata da Creta (che è bellissima), e nel mio piccolo ci ho messo circa 17 ore da Iraklio a Milano, passando per Zurigo... don't ask!! :P

    Un bacione!!

    Vale

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    1. Bella Vale, fai pratica per poi coprire distanze più lunghe... tipo Australia! Allora tutto bene in Grecia? Raccontami un po'! Bacioni, grazie per leggere (sto già perdendo il mio italiano) xD

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  3. bellissimi gli incontri casuali.. ma perchè bellapasta?

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    1. Eheheh era il tormentone di quella vacanza a Londra, abbiamo scoperto una catena di ristoranti "italiani" chiamati Bella Pasta e ci faceva morire dal ridere!

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  4. concordo! SEMPRE prenotare solo l'andata!!
    Si, si legge meglio con questo sfondo!
    baci

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