Il viaggio
dura circa un paio d’ore, ed eccomi infine ad Harden, importante centro
agricolo secondo Wikipedia. Scendo dall’autobus (ma non sono da sola, con me
c’è anche una coppia di attempati signori) e scopro con orrore che il telefono
non prende. Spero che i miei ospiti si palesino in fretta, altrimenti non so
proprio come fare a contattarli.
E per fortuna Ric è già qui, attraversa la
strada, mi squadra, lo squadro, ci presentiamo. A differenza del pirla
precedente, lui sembra proprio corrispondere all’idea di fattore dell’estremo
centro del paese. Ha persino i coprisedile del pick up in manto di pecora.
Lungo il tragitto non parla molto, e io sono un po’ stanca per cercare di
intavolare una conversazione, per non dire che come al solito sono un po’ tesa,
soprattutto quando lasciamo la strada principale per svoltare su una strada
sterrata che si inoltra in mezzo ai campi. Parecchio. Ogni tanto qualche
fattoria si affaccia lungo il sentiero, ma la sensazione di essere in mezzo ai
bricchi aumenta ogni chilometro che percorriamo. Gli unici esseri animati che
incontriamo sono pecore, mucche, cavalli e un canguro. Il paesaggio qui è molto
collinoso e bruciato dal sole. Come scoprirò presto, quest’anno la siccità
nella zona è stata tremenda.
Dopo circa
mezz’ora da che abbiamo abbandonato la strada principale arriviamo a casa, una
tenuta di nome Camden Springs. Qui vivono Ric e sua moglie Lexie; lui alleva
mucche e pecore merino (a differenza dei miei precedenti host, questa è la sua
attività principale), mentre Lexie insegna matematica nella scuola locale. La
coppia ha due figlie della mia età, che vivono a Sydney. Dopo aver lasciato la
valigia in camera (una camera vera! senza bestie che piovono dal soffitto!)
cerco di prendere confidenza con luoghi e persone e do una mano a pacciamare –
sfruttiamo questa parola, finché ne ho l’occasione – il giardino.
Dopo pranzo
Ric deve fare un giro di controllo della fattoria, e mi porta dietro per
mostrarmi le sue terre. La proprietà è tagliata a metà dalla ferrovia, ed è suddivisa in vari pascoli, che ospitano mucche
gravide, manzi, giovenche (questo post è ad alto contenuto culturale, guardate
che ricchezza di tecnicismi!), pecore, hogget (ovvero pecore nubili), agnelli.
Tori e arieti stanno in un pascolo tutti insieme dedicandosi a tipiche attività
ricreative maschili: giocano a carte, si fanno un goccio e via dicendo. Ci
accompagnano nel giro di ricognizione i tre ferocissimi cani da pastore di
razza kelpie, Fonz (come Fonzie), Fred (come Fred Flintstone) e… Fi*a. Sì, come
quella, ma con la K, dato che siamo in Australia. Il nome è stato scelto da una
wwoofer precedente, pare che in svedese significhi merenda. Per me sarà sempre
Oh, Piccolina, Cagnettina, Pirlettina, Non mordermi!, Sta’ giù.
Uh, al
censimento della fattoria devo aggiungere la mia nuova nemesi volatile: non più
il kookabarra, ma il cacatua, se possibile ancora più irritante perché si muove
in stormi grossi e rumorosi. Fa versacci più brevi del suo amico del
Queensland, ma molto più striduli e fastidiosi. Ed è molto meno timido, non
esita ad affacciarsi alla finestra della mia camera, se pensa di poter trovare
qualcosa di interessante.
E nel
frattempo, abbiamo finito il giro della fattoria. È quasi ora di cena, ma prima
c’è ancora tempo per qualche tiro a golf, sport di cui Lexie e Ric sono grandi appassionati.
Io sto lì a osservare per un po’, dopodiché decido che è una disciplina troppo
tecnica per i miei gusti, e vado a farmi una doccia. Il primo giorno di
questa nuova tappa è arrivato alla fine.
Ila sei un mito! E non lo sapevi di FI*A? Ma se ho una foto in salotto con su scritto "FIKA TIPS", preso da un cartello in un bar di Stoccolma... ci hai dormito sotto :)
RispondiEliminaMa non me lo ricordo mica! Il tuo divano è troppo comodo, sono caduta addormentata senza notare nulla!!
EliminaAhahah ma dai, come si fa a chiamare un cane F...onz??? Ehm, no non era quello il nome strano. E neanche Fred.
RispondiEliminaSappi che il tuo blog è fonte di grande arricchimento culturale. E voglio contribuire anche io: http://it.wikipedia.org/wiki/Fika
Ah quindi per essere precisi è la pausa caffè. Tutto questo mi ricorda la barzelletta del cane dell'impiegato statale...
EliminaMa sto link è meraviglioso! Ci sono perle quali "La fika è un'istituzione sociale in Svezia" e "una vera fika richiede il caffè."
Attenzione però, perché sempre il link avvisa che il termine "ha un significato dalle connotazioni ambigue" :D
EliminaE adesso la barzelletta devi raccontarla!
Un ingegnere, un contabile, un chimico, un informatico e un funzionario pubblico si incontrano e ognuno di loro si vanta di avere un cane meraviglioso.
EliminaPer dimostrarlo l’ingegnere chiama il suo cagnolino: "Radicequadra, facci vedere cosa sai fare!"
Il cane trotterella verso la lavagna e disegna un quadrato, un cerchio ed un triangolo.
Allora il contabile dice al suo cane: "Attivopassivo, mostraci le tue competenze!"
Il cane va in cucina, torna con una dozzina di biscotti e li ordina in tre pile uguali, ciascuna con quattro biscotti.
Il chimico dice: "Fialetta, fa’ il tuo numero!". Il cane apre il frigo, prende un litro di latte, un bicchiere da 10 cl. e vi versa esattamente 8 cl.. di latte senza farne cadere una goccia.
L’informatico, ormai sicuro di soppiantarli tutti, chiama il suo cane: "Discofisso, impressionali!".
Il cane si piazza davanti al computer, lo avvia, fa partire un antivirus, spedisce una e-mail ed installa un nuovo gioco.
I quattro, tutti soddisfatti, guardano il dipendente pubblico e gli chiedono con ironia: "E il tuo cane cosa sa fare?"
Il funzionario pubblico, allora, con un sorriso, dice: "Pausacaffè, facci vedere i tuoi talenti!".
Il cane si alza, mangia i biscotti, beve il latte, cancella tutti i files del computer, incula il cane dell’ingegnere e giura che facendolo si è fatto male alla schiena, compila il formulario di incidente sul lavoro e prende un congedo per malattia di sei mesi.
LOL! Funzionario pubblico italiano, quindi! Cmq il nome migliore è Fialetta.
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