Swaggirl non ce la può
fare da sola. Nonostante si sforzi di lavorare il meno possibile, non riesce a
stare appresso al blog e a tenerlo aggiornato come si deve. È quindi con
immenso piacere che ospita sulle sue pagine il primo di una non definita lista di
special guest: Davide! Ma dal momento che il blog è mio e me lo gestisco io, e
ho velleitarie pretese dittautoriali, non mancherò di intervenire, modificare,
se necessario censurare i post del mio ospite. Quindi quando vedrete scritto così... beh, quella è Swaggirl che cerca di imporsi.
"Ciao Ila, ci sei domani per una birra?" "Eh
no, domani non posso. Sabato?" "Ok, dove?" "Ci vediamo a
Darwin?" "Perfetto!"
Questo è grossomodo il succo, il perché e il percome sto qui
a scrivere queste parole: in fondo la cosa importante è la birra in compagnia,
l'Australia è un accessorio – un signor accessorio, intendiamoci! – ma poteva
essere il Guatemala, il Canada o il Gabon. E conoscendo Ilaria, non escludo che
prima o poi si arrivi pure là.
In Gabon ci stanno già aspettando |
Dopo l’Australia, qualsiasi
altro posto sulla faccia della terra è dietro l’angolo, in confronto.
Così un progetto nato mesi fa (l'organizzazione è stata un
filo più complessa di quanto riportato sopra) si è pian piano concretizzato e 36
lunghe ore di viaggio hanno portato anche me – o quel che ne restava –
dall'altra parte del mondo.
Inizialmente pensavo di raccontare le avventure
australiane con una serie di note su Facebook – sono affezionato a Facebook,
anche perché Mark ci tiene davvero tanto che io pubblichi da lui – ma Ilaria mi
ha proposto di partecipare come guest star direttamente sul suo blog e l'idea mi
è sembrata ottima. Pertanto, da adesso e fino alla conclusione del resoconto
della nostra avventura avrò l'onore di farle compagnia su queste pagine.
Scusa, Mark, ma a un invito di Swaggirl non si può dire di no |
Insomma, tutto questo per dirvi che presto potrete leggere
l'entusiasmante resoconto di un “viaggio nel viaggio” che farà sembrare la
missione quinquennale dell'Enterprise una gita fuori porta, la Lunga Marcia di Mao
un salto dal tabacchino a prendere le sigarette e i viaggi di Ulisse un
sedentario soggiorno al Club Med. O giù di lì.
L'idea originale era quella di raccontarvi giorno per giorno gli
avvenimenti in presa diretta, con post e tante immagini; poi abbiamo preferito
nasconderci dietro comode scuse, come la mancanza di connessione nel bel mezzo
del deserto australiano, per sfuggire al nostro dovere e fare tutto con un po'
di differita.
Bello, sì, però com'è che il wifi non prende? |
Nessuna scusa, per
quanto mi riguarda: sapevo da subito come sarebbe andata a finire.
Dunque, dicevamo... l'itinerario si preannuncia intenso: da Darwin, capitale del Northern Territory, fino ad
Adelaide, nel South Australia. Taglieremo l’intero continente da nord a sud
(con qualche deviazione a est e a ovest), per un totale previsto di oltre 6.000
km da percorrere nell’arco di 21 giorni, nel mezzo di una stagione delle piogge
incombente a nord e di una primavera-quasi-estate nelle regioni desertiche.
Perché non ci piace vincere facile.
Ma cosa succederà esattamente nei prossimi post? Presto
detto: i vostri intrepidi esploratori partiranno da Darwin, ridente cittadina che
si affaccia sul mare di Timor, per spostarsi al Parco Nazionale di Kakadu, famoso per offrire infinite possibilità
di essere punti, morsicati o stritolati dalla più vasta gamma di animali letali
che vi possano venire in mente. Ovviamente non potevamo perdercelo!
“Enter the water at your own risk” sembra quasi un imperativo |
Ma di che ti
preoccupi… Io ormai sono una veterana della sopravvivenza in questo paese ostile,
stai in una botte di ferro!
Dopo qualche giorno, bestie permettendo, proseguiremo verso sud
lungo la mitica Stuart Highway, viaggiando per oltre 1.500 km fino a raggiungere
Alice Springs, la città sperduta in mezzo al nulla, dove nel cuore del deserto
pare ci sia un interessantissimo parco sul deserto – ah, questi australiani!
A sud-ovest di Alice Springs arriveremo dalle parti
dell’iconica roccia di Uluru (o Ayers Rock, se siete amanti del colonialismo
come noialtri) e degli altrettanto spettacolari Kata Tjuta (altrimenti detti
Monti Olga, vedi sopra), dove potremo finalmente fare la conoscenza con altri
ragni, scorpioni, lucertole e altre bestie immonde.
Come sono fatti i Kata Tjuta e Uluru? Sapevatelo! |
Perché è un'isola, ovviamente |
Tornati da Kangaroo Island sarà quasi l’ora dei saluti, in
quanto dopo un paio di giorni ad Adelaide io mi involerò sulla rotta del
ritorno, mentre Swaggirl proseguirà l’esplorazione del continente. Ma ne deve
passare di acqua sotto i ponti, prima di allora! Ma speriamo non troppa, almeno
sotto i ponti che dobbiamo attraversare noi.
Da qualche parte dev'esserci un ponte |
Ah, quasi scordavo... prima di partire, sincronizziamo gli
orologi: +8,5 ore rispetto all’Italia. Che assurde perversioni riesce a
partorire la mente umana, eh?
+8,5 finché si rimane
nel Northern Territory. Una volta in South Australia, diventa tutto più
surreale…
Per il momento vi saluto, ma non prima di essermi degnamente
presentato a tutti i lettori con una mia recente immagine!
Non dovrei aver dimenticato niente. Credo. |
Hai preso lo
spazzolino da denti? La macchina fotografica? Hai letto e accettato il
disclaimer? Bene, benvenuto nel magico mondo di Oz!
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