sabato 22 dicembre 2012

And now for something completely different



Swaggirl non ce la può fare da sola. Nonostante si sforzi di lavorare il meno possibile, non riesce a stare appresso al blog e a tenerlo aggiornato come si deve. È quindi con immenso piacere che ospita sulle sue pagine il primo di una non definita lista di special guest: Davide! Ma dal momento che il blog è mio e me lo gestisco io, e ho velleitarie pretese dittautoriali, non mancherò di intervenire, modificare, se necessario censurare i post del mio ospite. Quindi quando vedrete scritto così... beh, quella è Swaggirl che cerca di imporsi.

"Ciao Ila, ci sei domani per una birra?" "Eh no, domani non posso. Sabato?" "Ok, dove?" "Ci vediamo a Darwin?" "Perfetto!"
Questo è grossomodo il succo, il perché e il percome sto qui a scrivere queste parole: in fondo la cosa importante è la birra in compagnia, l'Australia è un accessorio – un signor accessorio, intendiamoci! – ma poteva essere il Guatemala, il Canada o il Gabon. E conoscendo Ilaria, non escludo che prima o poi si arrivi pure là.

In Gabon ci stanno già aspettando

Dopo l’Australia, qualsiasi altro posto sulla faccia della terra è dietro l’angolo, in confronto.

Così un progetto nato mesi fa (l'organizzazione è stata un filo più complessa di quanto riportato sopra) si è pian piano concretizzato e 36 lunghe ore di viaggio hanno portato anche me – o quel che ne restava – dall'altra parte del mondo.
Inizialmente pensavo di raccontare le avventure australiane con una serie di note su Facebook – sono affezionato a Facebook, anche perché Mark ci tiene davvero tanto che io pubblichi da lui – ma Ilaria mi ha proposto di partecipare come guest star direttamente sul suo blog e l'idea mi è sembrata ottima. Pertanto, da adesso e fino alla conclusione del resoconto della nostra avventura avrò l'onore di farle compagnia su queste pagine.

Scusa, Mark, ma a un invito di Swaggirl non si può dire di no

Insomma, tutto questo per dirvi che presto potrete leggere l'entusiasmante resoconto di un “viaggio nel viaggio” che farà sembrare la missione quinquennale dell'Enterprise una gita fuori porta, la Lunga Marcia di Mao un salto dal tabacchino a prendere le sigarette e i viaggi di Ulisse un sedentario soggiorno al Club Med. O giù di lì.

L'idea originale era quella di raccontarvi giorno per giorno gli avvenimenti in presa diretta, con post e tante immagini; poi abbiamo preferito nasconderci dietro comode scuse, come la mancanza di connessione nel bel mezzo del deserto australiano, per sfuggire al nostro dovere e fare tutto con un po' di differita.

Bello, sì, però com'è che il wifi non prende?

Nessuna scusa, per quanto mi riguarda: sapevo da subito come sarebbe andata a finire.

Dunque, dicevamo... l'itinerario si preannuncia intenso: da Darwin, capitale del Northern Territory, fino ad Adelaide, nel South Australia. Taglieremo l’intero continente da nord a sud (con qualche deviazione a est e a ovest), per un totale previsto di oltre 6.000 km da percorrere nell’arco di 21 giorni, nel mezzo di una stagione delle piogge incombente a nord e di una primavera-quasi-estate nelle regioni desertiche. Perché non ci piace vincere facile.

Devo puntualizzare: i km previsti erano molti meno, circa 4.000. Poi, fra deviazioni e imprevisti di percorso, abbiamo allungato la strada di quell’inezia che sono 2.000 km. E per essere ancora più pignola… ma è corretto parlare di primavera ed estate nel deserto?

Ma cosa succederà esattamente nei prossimi post? Presto detto: i vostri intrepidi esploratori partiranno da Darwin, ridente cittadina che si affaccia sul mare di Timor, per spostarsi al Parco Nazionale di Kakadu, famoso per offrire infinite possibilità di essere punti, morsicati o stritolati dalla più vasta gamma di animali letali che vi possano venire in mente. Ovviamente non potevamo perdercelo!

“Enter the water at your own risk” sembra quasi un imperativo
  
Ma di che ti preoccupi… Io ormai sono una veterana della sopravvivenza in questo paese ostile, stai in una botte di ferro!

Dopo qualche giorno, bestie permettendo, proseguiremo verso sud lungo la mitica Stuart Highway, viaggiando per oltre 1.500 km fino a raggiungere Alice Springs, la città sperduta in mezzo al nulla, dove nel cuore del deserto pare ci sia un interessantissimo parco sul deserto – ah, questi australiani!
A sud-ovest di Alice Springs arriveremo dalle parti dell’iconica roccia di Uluru (o Ayers Rock, se siete amanti del colonialismo come noialtri) e degli altrettanto spettacolari Kata Tjuta (altrimenti detti Monti Olga, vedi sopra), dove potremo finalmente fare la conoscenza con altri ragni, scorpioni, lucertole e altre bestie immonde.

Come sono fatti i Kata Tjuta e Uluru? Sapevatelo!

Appena più a sud di Ayers Rock c’è un’interessantissima area piena del niente più assoluto per altri 1.500 km, che si conclude finalmente con il ritorno al mare, nelle più miti e ospitali terre della regione di Port Augusta e Adelaide. Si torna alla civiltà, più o meno. E dico più o meno perché prima dell’epilogo faremo tappa a Kangaroo Island, che immagino sappiate tutti perché si chiama così.

Perché è un'isola, ovviamente

Tornati da Kangaroo Island sarà quasi l’ora dei saluti, in quanto dopo un paio di giorni ad Adelaide io mi involerò sulla rotta del ritorno, mentre Swaggirl proseguirà l’esplorazione del continente. Ma ne deve passare di acqua sotto i ponti, prima di allora! Ma speriamo non troppa, almeno sotto i ponti che dobbiamo attraversare noi.

Da qualche parte dev'esserci un ponte

Ah, quasi scordavo... prima di partire, sincronizziamo gli orologi: +8,5 ore rispetto all’Italia. Che assurde perversioni riesce a partorire la mente umana, eh?

+8,5 finché si rimane nel Northern Territory. Una volta in South Australia, diventa tutto più surreale…

Per il momento vi saluto, ma non prima di essermi degnamente presentato a tutti i lettori con una mia recente immagine!

Non dovrei aver dimenticato niente. Credo.
 
Hai preso lo spazzolino da denti? La macchina fotografica? Hai letto e accettato il disclaimer? Bene, benvenuto nel magico mondo di Oz!


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