È arrivato quindi il momento di salutare Rie. Tornerà in
Giappone per il matrimonio di un’amica, si fermerà lì un mese e poi volerà di nuovo verso l'Australia. Prima però si dedicherà a qualche giro turistico: Sharon
ci ha detto che una coppia di amici che vivono a Hervey Bay può ospitarci, e
Rie ha deciso di recarsi lì per poi andare in visita a Fraser Island. Quindi ha
chiesto allo zio Ray di darle un passaggio a Hervey Bay.
Dopo il lavoro del
mattino, dopo aver chiuso le valigie, io, Rie e Doreen saliamo in macchina e
partiamo alla volta di questa località costiera rinomata per l’avvistamento
delle balene. Il cielo è grigio, l’atmosfera è perfetta per gli addii. Hervey
Bay non è molto distante, siamo lì in poco più di un’ora. Il posto è
tremendamente anonimo e apparentemente si esaurisce al porto, dove c’è
l’ufficio turistico, qualche caffè e la balena gigante che non può sfuggire
alla mia macchina fotografica.
Saranno le condizioni meteo avverse, saranno le
circostanze meste, ma la voglia di andare alla scoperta del paese è pari a
zero. Rie passa dall’auto di Ray a quella di Rodney, l’amico di Sharon (le
mando immediatamente un SMS: “Sembra la
consegna di un ostaggio”), ma prima ci scambiamo il saluto dei backpacker:
“Good luck.” Non sarà la persona più espansiva del mondo, ma ormai mi ero
abituata alla vita con lei, e come ogni cambiamento anche questo porta un po’
di malinconia e preoccupazione, quest’ultima dovuta soprattutto al pensiero che
da domani dovrò fare tutto da sola.
La sera a cena io e Sharon ci confidiamo che siamo tutte e
due un po’ mogie per l’assenza di Rie, ma sembra che non resterò sola a lungo.
Ieri una WWOOFer di nome Marjo ha contattato Sharon per venire a lavorare nella
farm, e oggi hanno telefonato due ragazze tedesche per sapere se c’è bisogno di
gente. Insomma sembra che presto il posto sarà molto affollato. “Ti conviene trasferirti qui e lasciare le
nuove arrivate nella bunkhouse; sono molto giovani, potreste non andare
d’accordo.” Capito? Mi muovo nella villa padronale: faccio carriera!
Il giorno dopo per prima cosa carico tutti i miei averi su
una carriola e prendo possesso della camera degli ospiti: letto queen size,
bagno bello spazioso da condividere con Doreen, internet in-house! E, la parte
che preferisco: da oggi avrò ai miei ordini ben tre persone! Ecco qui la mia
nuova squadra: Marjo ha 23 anni, viene dalla Finlandia, dove ha abbandonato gli
studi in legge, ed è in Australia da 8 mesi; è arrivata da Darwin con il suo
furgone hippie (“Fra Darwin e Cairns non
c’è NIENTE” dice, convincendomi a contemplare la possibilità di fare tale
tratta in aereo) e prima di finire a Cordalba ha passato tre giorni a fare
wwoofing da una coppia di estremisti cristiani, presso i quali non si beve, non
si fuma, si guarda la tv un’ora al giorno e non si parla durante i pasti. Mi
faccio dare i nomi per evitarli come la peste, e scopro con un brivido che
anche io avevo contattato queste persone, ma fortunatamente Sharon mi ha
risposto per prima. Abbiamo poi Stina e Nane, tedesche appena diciottenni che
sono arrivate in Australia da un paio di mesi e sono a loro volta fuggite da
una fattoria di hippie dopo un giorno di servizio, causa condizioni di vita un
po’ troppo estreme: toilette in mezzo agli alberi, camera da
letto in un caravan senza finestre, insetti ovunque. Ora non gli sembra vero di
avere a disposizione un vero bagno con doccia, in una vera abitazione, e di non
dover sbucciare banane sei ore al giorno senza interruzione. Infatti sono
ancora settate per il duro lavoro, e non appena portano a termine una delle
loro mansioni mi chiedono immediatamente cosa possono fare. “Fate un tuffo in piscina, prendete il sole,
leggetevi un libro…” “Ma magari
possiamo fare le pulizie in casa?” “Non
sarò certo io a fermarvi…” Sharon mi ha anche preso un frustino, ora sono
un kapò perfetto! …Ma va’, non sono capace di fare il capo, io. Eccomi a
spalare cacca nei recinti, come al solito. Prima di andare al lavoro, Wayne
trova anche il tempo per sfottermi: “Che
mondo… il capo sgobba mentre gli schiavi dormono…” “È che voglio dare il buon esempio…”
Il frustino comunque non è per me, ma per l’evento del
weekend: sabato ci sarà una mostra di minipony e domenica uno stage di
addestramento per grandi e piccini (nel senso di taglie equine), e Sharon
parteciperà insieme a Montague. Già venerdì pomeriggio arrivano i primi
partecipanti della mostra, che si accampano nei dintorni della farm con
baracca, burattini e cavallini. Siamo tutte molto curiose, pare che li abbiano
già sistemati nelle scuderie. Prima ancora di vederli, li sentiamo: fanno un
casino allucinante. Oddio, sono talmente piccoli che dobbiamo alzarci in punta
di piedi per individuarli oltre la barriera delle stalle.
Probabilmente sono
così chiacchierini perché non riescono a vedersi, allora per farsi coraggio a
vicenda si parlano: “Ci sei?” “Ci sono! Ma dove cazzo ci hanno portato?”
“Non lo so, ma non mi piace. Scommetto
che ci faranno correre e saltellare tutto il giorno, come fenomeni da
baraccone.” “Già. Ma stavolta gliela
faccio pagare. Ieri ho mangiato 12 kg di prugne.” Come i cani piccoli,
anche i cavalli piccoli sono molto incazzosi. Per compensare la taglia. A chi
mai verrebbe in mente di tenere in casa una cosa del genere? Non li puoi
cavalcare, non li puoi mettere in salotto… Poi però guardo i padroni, e capisco
che anche loro tanto normali non sono.
Uno di loro ci
spiega che non sono tutti generici minicavalli o minipony. Ci sono i pony, con
le zampe corte e tozze, tipo Daisy. Poi ci sono i cavallini e infine i
minicavalli, che hanno le stesse proporzioni di un cavallo, ma sono
rispettivamente piccoli e minuscoli. Per intenderci, guardateli vicino a
Bertha.
Giustamente fiera delle sue dimensioni |
I cavallini sono impegnati tutto il giorno a sfilare,
correre, saltellare… Diciamo che potrei capire il loro astio nei confronti dei
proprietari. Dopo un po’ siamo tutte ampiamente annoiate. Credo che vi porterò
a fare un giro per la farm.
È arrivato quindi il momento di fare la valigia e congedarmi. Due cose che
odio profondamente. Per fortuna avviene tutto molto in fretta, Wayne e Sharon
mi salutano prima di andare al lavoro. Wayne mi dà addirittura i bacini.
Abbraccio Doreen e Sharon, la ringrazio per l’ospitalità. È vero che me la sono
guadagnata col “duro” lavoro, ma la verità è che mi hanno dato molto di più:
ora sulla mia mappa delle amicizie c’è un nuovo puntino, e d’ora in poi il nome
della minuscola Cordalba sarà legato a una bella esperienza e soprattutto a
persone eccezionali. È proprio arrivato il momento di andare. La macchina è
pronta, il motore acceso, gli occhi umidi. Cerco di darmi un contegno prima di
salutare le nuove arrivate. Stina mi sgrida, me ne vado senza prima aver
chiesto il permesso a loro. Le abbraccio, ci auguriamo buona fortuna e scappo
in macchina. A questo punto le lacrime scendono senza fermarsi, in un modo che
sorprende anche me. Le ragazze escono sul portico posteriore per salutare la
macchina che imbocca il vialetto d’ingresso. Si chiude un altro capitolo del
mio viaggio.
E viaaaaaa! Inizia un'altra avventura!
RispondiEliminaPooooveri pony, mini cavalli e pony con le zampe cotre e tozze... :-( Mi fanno venire in mente i miei polpacci...
Uno dei post più belli finora, tra kapò e cavallini. Che sono davvero inquietanti!
RispondiEliminaE ora via, verso l'infinito... e oltre!
Ely mi hai fatto ridere pure tu, che c'hanno i tuoi polpacci che non va :D