lunedì 5 novembre 2012

Gente che va, gente che viene


È arrivato quindi il momento di salutare Rie. Tornerà in Giappone per il matrimonio di un’amica, si fermerà lì un mese e poi volerà di nuovo verso l'Australia. Prima però si dedicherà a qualche giro turistico: Sharon ci ha detto che una coppia di amici che vivono a Hervey Bay può ospitarci, e Rie ha deciso di recarsi lì per poi andare in visita a Fraser Island. Quindi ha chiesto allo zio Ray di darle un passaggio a Hervey Bay. 
Dopo il lavoro del mattino, dopo aver chiuso le valigie, io, Rie e Doreen saliamo in macchina e partiamo alla volta di questa località costiera rinomata per l’avvistamento delle balene. Il cielo è grigio, l’atmosfera è perfetta per gli addii. Hervey Bay non è molto distante, siamo lì in poco più di un’ora. Il posto è tremendamente anonimo e apparentemente si esaurisce al porto, dove c’è l’ufficio turistico, qualche caffè e la balena gigante che non può sfuggire alla mia macchina fotografica. 


Saranno le condizioni meteo avverse, saranno le circostanze meste, ma la voglia di andare alla scoperta del paese è pari a zero. Rie passa dall’auto di Ray a quella di Rodney, l’amico di Sharon (le mando immediatamente un SMS: “Sembra la consegna di un ostaggio”), ma prima ci scambiamo il saluto dei backpacker: “Good luck. Non sarà la persona più espansiva del mondo, ma ormai mi ero abituata alla vita con lei, e come ogni cambiamento anche questo porta un po’ di malinconia e preoccupazione, quest’ultima dovuta soprattutto al pensiero che da domani dovrò fare tutto da sola.

La sera a cena io e Sharon ci confidiamo che siamo tutte e due un po’ mogie per l’assenza di Rie, ma sembra che non resterò sola a lungo. Ieri una WWOOFer di nome Marjo ha contattato Sharon per venire a lavorare nella farm, e oggi hanno telefonato due ragazze tedesche per sapere se c’è bisogno di gente. Insomma sembra che presto il posto sarà molto affollato. “Ti conviene trasferirti qui e lasciare le nuove arrivate nella bunkhouse; sono molto giovani, potreste non andare d’accordo.” Capito? Mi muovo nella villa padronale: faccio carriera!

Il giorno dopo per prima cosa carico tutti i miei averi su una carriola e prendo possesso della camera degli ospiti: letto queen size, bagno bello spazioso da condividere con Doreen, internet in-house! E, la parte che preferisco: da oggi avrò ai miei ordini ben tre persone! Ecco qui la mia nuova squadra: Marjo ha 23 anni, viene dalla Finlandia, dove ha abbandonato gli studi in legge, ed è in Australia da 8 mesi; è arrivata da Darwin con il suo furgone hippie (“Fra Darwin e Cairns non c’è NIENTE” dice, convincendomi a contemplare la possibilità di fare tale tratta in aereo) e prima di finire a Cordalba ha passato tre giorni a fare wwoofing da una coppia di estremisti cristiani, presso i quali non si beve, non si fuma, si guarda la tv un’ora al giorno e non si parla durante i pasti. Mi faccio dare i nomi per evitarli come la peste, e scopro con un brivido che anche io avevo contattato queste persone, ma fortunatamente Sharon mi ha risposto per prima. Abbiamo poi Stina e Nane, tedesche appena diciottenni che sono arrivate in Australia da un paio di mesi e sono a loro volta fuggite da una fattoria di hippie dopo un giorno di servizio, causa condizioni di vita un po’ troppo estreme: toilette in mezzo agli alberi, camera da letto in un caravan senza finestre, insetti ovunque. Ora non gli sembra vero di avere a disposizione un vero bagno con doccia, in una vera abitazione, e di non dover sbucciare banane sei ore al giorno senza interruzione. Infatti sono ancora settate per il duro lavoro, e non appena portano a termine una delle loro mansioni mi chiedono immediatamente cosa possono fare. “Fate un tuffo in piscina, prendete il sole, leggetevi un libro…” “Ma magari possiamo fare le pulizie in casa?” “Non sarò certo io a fermarvi…” Sharon mi ha anche preso un frustino, ora sono un kapò perfetto! …Ma va’, non sono capace di fare il capo, io. Eccomi a spalare cacca nei recinti, come al solito. Prima di andare al lavoro, Wayne trova anche il tempo per sfottermi: “Che mondo… il capo sgobba mentre gli schiavi dormono…” “È che voglio dare il buon esempio…

Il frustino comunque non è per me, ma per l’evento del weekend: sabato ci sarà una mostra di minipony e domenica uno stage di addestramento per grandi e piccini (nel senso di taglie equine), e Sharon parteciperà insieme a Montague. Già venerdì pomeriggio arrivano i primi partecipanti della mostra, che si accampano nei dintorni della farm con baracca, burattini e cavallini. Siamo tutte molto curiose, pare che li abbiano già sistemati nelle scuderie. Prima ancora di vederli, li sentiamo: fanno un casino allucinante. Oddio, sono talmente piccoli che dobbiamo alzarci in punta di piedi per individuarli oltre la barriera delle stalle. 


Probabilmente sono così chiacchierini perché non riescono a vedersi, allora per farsi coraggio a vicenda si parlano: “Ci sei?” “Ci sono! Ma dove cazzo ci hanno portato?” “Non lo so, ma non mi piace. Scommetto che ci faranno correre e saltellare tutto il giorno, come fenomeni da baraccone.” “Già. Ma stavolta gliela faccio pagare. Ieri ho mangiato 12 kg di prugne.” Come i cani piccoli, anche i cavalli piccoli sono molto incazzosi. Per compensare la taglia. A chi mai verrebbe in mente di tenere in casa una cosa del genere? Non li puoi cavalcare, non li puoi mettere in salotto… Poi però guardo i padroni, e capisco che anche loro tanto normali non sono.


Uno di loro ci spiega che non sono tutti generici minicavalli o minipony. Ci sono i pony, con le zampe corte e tozze, tipo Daisy. Poi ci sono i cavallini e infine i minicavalli, che hanno le stesse proporzioni di un cavallo, ma sono rispettivamente piccoli e minuscoli. Per intenderci, guardateli vicino a Bertha.

Giustamente fiera delle sue dimensioni

I cavallini sono impegnati tutto il giorno a sfilare, correre, saltellare… Diciamo che potrei capire il loro astio nei confronti dei proprietari. Dopo un po’ siamo tutte ampiamente annoiate. Credo che vi porterò a fare un giro per la farm.


Ritengo di non spoilerare niente se rivelo che il taglio à la strega di Blair non nasconde un finale di sangue, ma si spiega semplicemente con una batteria esaurita. D’altra parte non amo gli happy ending: finito il weekend lillipuziano, ho deciso di lasciare Cordalba. Le ragioni sono molteplici: ho ancora un sacco di Australia da vedere, tanto per cominciare. La partenza di Rie e l’arrivo degli schiavi, per quanto esaltante, hanno interrotto una routine che mi dava una certa sicurezza. Forse proprio l’equilibrio perso mi ha fatto capire che questo posto per il momento è abbastanza per me. È passato un mese esatto da quando sono arrivata qui. Inizio ad avvertire una certa noia, l’ansia di partire. Inoltre Shane ha due settimane di ferie, e dal momento che andrà a Cairns per visitare un amico, mi ha proposto un road trip lungo la costa. È un’idea interessante, no? 

È arrivato quindi il momento di fare la valigia e congedarmi. Due cose che odio profondamente. Per fortuna avviene tutto molto in fretta, Wayne e Sharon mi salutano prima di andare al lavoro. Wayne mi dà addirittura i bacini. Abbraccio Doreen e Sharon, la ringrazio per l’ospitalità. È vero che me la sono guadagnata col “duro” lavoro, ma la verità è che mi hanno dato molto di più: ora sulla mia mappa delle amicizie c’è un nuovo puntino, e d’ora in poi il nome della minuscola Cordalba sarà legato a una bella esperienza e soprattutto a persone eccezionali. È proprio arrivato il momento di andare. La macchina è pronta, il motore acceso, gli occhi umidi. Cerco di darmi un contegno prima di salutare le nuove arrivate. Stina mi sgrida, me ne vado senza prima aver chiesto il permesso a loro. Le abbraccio, ci auguriamo buona fortuna e scappo in macchina. A questo punto le lacrime scendono senza fermarsi, in un modo che sorprende anche me. Le ragazze escono sul portico posteriore per salutare la macchina che imbocca il vialetto d’ingresso. Si chiude un altro capitolo del mio viaggio.

2 commenti:

  1. E viaaaaaa! Inizia un'altra avventura!
    Pooooveri pony, mini cavalli e pony con le zampe cotre e tozze... :-( Mi fanno venire in mente i miei polpacci...

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  2. Uno dei post più belli finora, tra kapò e cavallini. Che sono davvero inquietanti!

    E ora via, verso l'infinito... e oltre!

    Ely mi hai fatto ridere pure tu, che c'hanno i tuoi polpacci che non va :D

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