In uno dei post precedenti, quando vi ho raccontato
dell’arrivo a Cordalba, alcuni di voi avranno tirato fuori le dita per fare due
conti. Sveglia alle 6, due ore di lavoro al mattino, una al pomeriggio, a letto
alle 10… Questo vuol dire… … … un sacco di tempo libero! Perché mai fai passare
così tanto tempo fra un post e l’altro?
La domanda è legittima. Ora cercherò di rispondere.
Lo ammetto, ho fatto l’errore di aver lasciato passare
troppo tempo dall’ultimo post. Nel frattempo ho fatto e visto un sacco di cose,
e adesso mi tocca recuperare.
Uno pensa che la vita in una fattoria in un paesino di 300
abitanti possa essere noiosa… Sì e no. La routine cavalleresca da un lato
rilassa la mente: carriola, rastrello e i-pod nelle orecchie (a volte la
combinazione casuale musica-lavoro è quanto mai adatta, per esempio Davide van
De Sfroos mentre si raccoglie la cacca o L’estasi dell’oro mentre si avanza fra
i filari di alberi da frutto per scaricare la cacca). Ma è anche bello trovare
qualcosa di diverso da fare. La spesa con Doreen e Ray l’abbiamo già fatta
ieri, la bunk house è pulita… più o meno, e non ho proprio voglia di dipingere
lo steccato.
Una delle possibilità è prendere la bici e farsi un giro in
paese. Fatto. E adesso?
Annuncio a Shane che vorrei andare in bicicletta fino a
Childers, ma dal momento che lui stesso è molto, molto annoiato, si offre di
accompagnarmi a fare un giro lì.
Attraversiamo campi di canna da zucchero, filari di
macadamia, pascoli, torrenti, ed eccoci arrivare a Childers, il paese in cui
sono sbarcata, ricordate? Di giorno fa tutta un’altra impressione. Migliore,
devo dire.
Lungo la strada principale ci sono numerosi negozi, ostelli,
l’ufficio postale, un centro culturale con biblioteca annessa, addirittura un
ristorante vietnamita. La cittadina fa parte del patrimonio culturale della
zona, dovrebbe essere un sito storico… in effetti i balconi degli edifici mi
ricordano un sacco il vecchio West. Molto pittoresco. L’attrazione che la fa da
padrone è ahimè legata a una tragedia: diversi anni fa un tizio, ubriaco e
infastidito dalla presenza di backpacker, ha dato fuoco a un ostello, e nell’incendio
sono morti 15 ragazzi che lavoravano come fruit picker nella zona. Oggi l’edificio
ospita un memoriale delle vittime, una mostra d’arte, l’ufficio del turismo e
un Subway. Per quanto mi riguarda, la visita è stata toccante, anche se
ho trovato un po’ comico che mettano a disposizione anche i fazzolettini. Il
mio posto preferito a Childers però è un altro: un vecchio cinema trasformato
in un mercatino dell’usato.
Al piano terra tutti i sedili sono stati rimossi,
ma al piano superiore ci sono ancora tutti, e anche se non si riescono a vedere
da sotto, Shane mi fa sapere che sono a forma di sella di cavallo.
L’aggettivo migliore che mi viene in mente per descrivere questo posto è,
ancora una volta, pittoresco.
E questa è Childers. Non ci si mette molto a girarla, come
potrete immaginare. Allora allunghiamo il giro e vediamo quali sono le altre
attrazioni della zona.
Intanto, una grande dam. Quando mi parlavano di dam, io
pensavo intendessero una diga, tipo quella del Vajont. E mi chiedevo: ma come
cavolo le fanno le dighe, se c’è piattume totale? E invece le dam sono bacini
d’acqua artificiali che servono per irrigare i campi, ma la gente ci va anche a
pescare e a fare il bagno.
Lasciata la dam, incontrati lungo la strada una mucca
fuggitiva e un goanna scalatore di alberi, passiamo al prossimo punto di
interesse: una miniera abbandonata. Ci addentriamo nel bush – sembra di essere
lontani dal mondo, ma in realtà non siamo poi così distanti dalla farm – ma in
breve siamo costretti a lasciare la macchina e ci incamminiamo su un sentiero
sterrato. Shane mi spiega che stiamo percorrendo il tracciato di una linea ferroviaria
usata dai minatori, ormai completamente smantellata. La ferrovia attraversava
il ponte di legno curvo (il ponte, non il legno) più lungo del Queensland.
Detta così fa un po’ ridere, ma quando arriviamo al ponte non posso che essere
impressionata: è fighissimo! In rovina, il solo pensiero di avvicinarmi mi
terrorizza, ma è un rudere che sprizza fascino da tutte le travi!
Sfortunatamente raggiungere la miniera quest’oggi non è
cosa, dal momento che si è fatto tardi… c’è da tornare a casa e prepararsi per
la grigliata serale! E Sharon mi ha detto che mi farà salire a cavallo! …E sapete tutti come è andata a finire… Ma la serata è
stata molto piacevole, pareva di essere in un altro mondo. No, un attimo: sono in un altro mondo! Luci sparate al
massimo nell’arena, Wayne al barbecue a girare le salcicce, Edna che punta la
carne, tutti i convitati con la loro birra in mano e musica country dagli
amplificatori dell’arena. Ogni dettaglio è al suo posto. Una serata deliziosa.
Ma è ora di andare a dormire, che domani sarà una giornata impegnativa.
Quest’oggi siamo in missione per conto di Dio: si va a Gold
Coast a comprare una specie di buggy per semplificare la vita in fattoria. 4
ore ad andare e 4 a tornare. È un road trip nel senso più classico del termine:
musica, chiacchiere, ogni tanto ci si ferma per una birra (ogni bottiglia
indica sull’etichetta quante ne puoi bere per poter guidare), chilometri di
campi, pisolino.
Il limite di velocità è di 100 km/h. Questo significa che non
solo le distanze sono importanti: ci metti pure un sacco di tempo per
percorrerle. MA: meno traffico. Se non becchi i lavori in corso lungo la
strada, segnalati da un omino con il cartello di STOP che permette il passaggio
a un senso piuttosto che all’altro. Insomma, un viaggio lungo. Dal momento che
ho ancora tanto da raccontare, e il tempo è poco, e non voglio abusare della
vostra pazienza, arriviamo subito a destinazione. Ma non alla rivendita di moto
e macchine dove ci aspetta la buggy: parliamo invece dei dintorni accessori che
abbiamo colto l’occasione di visitare, in particolar modo della foresta
pluviale della zona. Sempre per i motivi di cui sopra (ho ancora tanto da
raccontare, e il tempo è poco, e non voglio abusare della vostra pazienza), mi
limito a dire che è stata una visita spettacolare. Alberi giganteschi avvolti
da rampicanti a dir poco impressionanti, orchidee enormi e antichissime,
cascate… e neanche l’ombra di un koala, nonostante le promesse dei cartelli.
Ma, attenzione attenzione, ho visto i miei primi canguri! Una coppia di
esemplari abbastanza grandi (per quel che ne so io), che appena mi hanno vista
si sono allontanati saltellando con una sincronia invidiabile. Da qualche parte
sono spuntati anche i wallaby. Nota negativa, il paesino accanto al parco,
Mount Tamborine. Imbarazzante. Composto da un negozio di orologi a cucù
bavaresi, due cantine (enoteche?) che starebbero bene in via Montenapoleone, un
negozio di souvenir trapiantato dalla Terra di Mezzo. E poi dicono che Grazzano
Visconti è farlocca. Machissenefrega, il paesaggio è spettacolare.
È ora però
di rimettersi in macchina e tornare a casa, che la strada è lunga. Accendiamo
la musica e partiamo. Ne approfitto per esportare un po’ di musica italiana
nell’emisfero sud: Battisti, Mina, Morricone e altri di cui non farò il nome. La canzone del sole ha riscosso molto
successo. Attraversare il bush australiano cantando le bionde trecce, mangiando
pizza pepperoni* e bevendo un terribile rosso australiano direttamente dalla
bottiglia… un’esperienza sinestetica. E così, col favore delle tenebre e col prezioso carico al seguito, siamo di ritorno a Cordalba. Che giornata lunga. E domani c'è ancora tanto da fare!
Ma prima di proseguire con il racconto, ditemi: secondo voi, qual è l'artista italiano che merita di essere promosso quaggiù? Rispondete numerosi al sondaggio che trovate a fondo pagina. Ma scorrete fino in fondo, eh!
*Comunicazione di pubblica utilità per gli italiani all'estero: la pizza pepperoni, come forse si potrebbe evincere dal nome, non conosce il minimo accenno di peperone, ma è guarnita col salame piccante.
Io propongo di far conoscere Elio e le Storie Tese agli Australiani. Sono curioso di vedere cosa ne esce fuori.
RispondiElimina;-)
Ho fatto di meglio:
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=Rwgxd24Mazc
Way to go Ila :)
RispondiEliminaPer il sondaggio io ho votato Loredana - così qualsiasi cosa sentiranno dopo non farà che migliorare la loro idea dell'Italia!
This is a very good point ;)
EliminaChiedere a me se so di musica italiana è come chiedere alla regina Elisabetta se sa stirare una camicia, ma partecipo volentieri al sondaggio (del resto se anche la Minetti è pagata per esprimere opinioni forse sono messa meglio io sulla musica italiana)!
RispondiEliminaE questo vince la palma del miglior commento ever!
EliminaMa lo scopo dell'esportazione è liberarcene definitivamente a scapito degli aussie?
RispondiEliminaIn questo caso difficile scegliere, ma potrei tranquillamente votare l'ultimo punto e fare una bella galera con tutti quei cialtroni e lasciarli in bali degli squali.
Ovviamente avevo capito che tutto quello che c'è stato FINO al 1900 può essere salvato, il resto èmmerda.
EliminaEdo non so se ho capito...
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