venerdì 27 luglio 2012

Un'impresa da dio


Sono lieta di annunciarvi che ieri ho ricevuto la mia patente internazionale!

Non è difficile ottenerla. È sufficiente andare alla scuola guida, sganciare i $$$ e fanno tutto loro! Altrimenti, se non vi piacciono le cose semplici, c'è un'altra strada che potete intraprendere. Ovviamente, a me non piacciono le cose semplici (altrimenti non saremmo neanche qui a parlarne), e dal momento che devo impratichirmi un po’ con ‘sto blog, spenderò due parole sull’esperienza.

Il 14 giugno mi prendo la mia bella mattinata di permesso per fare tutto. Ovvero:
  • Procurarmi 2 fototessere
  • Farne autenticare una all’anagrafe
  • Pagare i due bollettini postali dedicati al Ministero degli Interni e forse anche al Ministero dei Trasporti (ma io devo guidare all’estero!)
  • Fotocopiare patente
  • Acquistare bollo
Dopo aver svolto tali quest minori a tempo di record, mi reco in Motorizzazione, zona Molino Dorino. Parcheggio la mia macchinina fuori dall’edificio, e mi rendo conto che tutte le strisce sono blu; mi rivolgo quindi al chioschetto lì vicino per sapere se hanno i gratta e sosta. “No, devi andare all’edicola della metropolitana.” Saranno 500 metri, ma perché diavolo il chioschetto non ha i gratta e sosta e devo andare fin lì? È pure quasi mezzogiorno, il sole è allo zenit e devono esserci almeno 12.000° Fahrenheit che fondono l’asfalto. E se mi danno la multa mentre vado a prendere i gratta e sosta fin laggiù? 
Considero e soppeso, quando uno degli avventori del chioschetto, signore di mezza età con occhiali scuri, cartella di pelle e fare splendido, mi dice: “Signori’, ma parcheggi laggiù!” e mi indica un posteggio riservato. “Ma posso?” “Ma sì, tanto parcheggiano tutti!” Guardo meglio: è il parcheggio dove si svolgono gli esami di guida. “Meglio di no, guardi. Vado a prendere i tagliandi per la sosta.” “Ma non serve” insiste quello “tanto i vigili non passano mai.” “Le assicuro, con la mia fortuna…” “Signori’, quelli stanno sempre in sciopero! Ma lei faccia come vuole, eh!” Mi rassegno, eccomi all’edicola a chiedere i tagliandi. E finalmente si può entrare in questo posto che riecheggia di memorie kafkiane, la Motorizzazione Civile di Milano
Sembra un alveare, con tutta la gente che ronza lì intorno. Ma meno razionale e ordinato. Ufficio patenti, per di là: stanzone d’attesa principale, dove non attende nessuno. Un cartello cerca di mettere ordine: per Veicoli, prendere biglietto A, per Revisioni e collaudi biglietto B, e via dicendo fino alla F. Attendere il proprio numero. Accanto, il dispensatore di numerini del salumiere. FUORI SERVIZIO. Con l’istinto del pendolare che cerca un’obliteratrice funzionante, mi guardo intorno. FUORI SERVIZIO #2 e FUORI SERVIZIO #3. Ecco perché non attende nessuno in questa stanza: i dannati stanno tutti in fila agli sportelli nella stanza successiva, localone lungo e stretto con sportelli che vanno da 1 a 12, e poi gira l’angolo e arriva probabilmente fino al 7829/bis.


Aria condizionata rigorosamente rotta, se mai c’è stata. Mi metto in fila a uno sportello a caso, e naturalmente per la legge di Murphy è il più lento; per il corollario della medesima legge, è anche lo sportello sbagliato. Ripartiamo dal via alla fila accanto, dove ho adocchiato il cartello INFORMAZIONI attaccato al vetro. Il mio turno arriva sorprendentemente in fretta, e la signora dall’altra parte del vetro (ecco cosa mi ricorda il tutto: i colloqui in carcere che si vedono nei film americani) mi indirizza alla mia destinazione: sportello 6. È un’illusione ottica, o al 6 la fila sembra più corta?

Illusione ottica. Quella che fa coda è una vecchina malferma che, al 27 minuto di permanenza allo sportello, non può che causare esasperazione accompagnata dal pensiero: ma dove cazzo se ne deve andare con una patente internazionale???
Evviva, il mio turno.


“Devo fare la patente internazionale.” “Le do i bollett…” “Già pagati.” “Ah, allora deve portare una foto aut…” “Ce l’ho.” “Fotocopia della patente?” ‘A bella, con chi credi di avere a che fare? “Mi deve compilare la richiesta” e mi allunga trionfante un modulo.

Con questa mossa ha fatto scacco matto
Non ci metto molto a compilarlo, ma mi rode ugualmente per una questione di principio: ovviamente DOVEVA mancare qualcosa… “Bene, sarà pronta entro fine mese. Venga a ritirarla intorno al 15 luglio.” C’è qualcosa che non mi torna nelle sue parole, ma sono certa che se dovessi intraprendere una discussione in merito, ne uscirei sconfitta.


Accontentiamoci di lasciare questo posto col pensiero di aver tenuto testa alla burocrazia. Ma potrò cantare vittoria solo quando avrò in mano la mia patente.

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E ieri l’ho ritirata! Enorme, brutta come il vecchio libretto unto e bisunto su cui il droghiere segnava la spesa a mia madre 20 anni fa… le parole non rendono l’idea, ecco qui.

Non ci starà mai nel portafogli
At the face, quanto ho scritto. E non neanche vi ho parlato della telefonata ridicola agli uffici della Motorizzazione prima di partire per la missione… 
Pensandoci, avrei potuto postare un video più significativo ed eloquente di tutte queste chiacchiere


Ma così non imparerei mai a usare il blog.

4 commenti:

  1. Nice post :)
    Spera di evitare l'umiliazione di dover consegnare 'sta roba a qualche poliziotto australiano!
    "Hey Zac, what's this f*ck*ng stuff?" - "Dunno Bob. Probably it'z a old document from sume banana state like Gabon or sume other s*it."
    (Gli australiani sono notoriamente volgari)

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  2. Missione compiuta!
    Sappi che oltre che scomoda e grossa, può anche darsi che non te la chiederanno mai, non abbiamo noleggiato l'auto per 10 gg e nemmeno all'autonoleggio ce l'hanno chiesta... Certo che magari in un anno può capitare =D
    Maaaaa... con quella puoi guidare anche i mezzi pesanti del post precedente? Altrimenti sei fregata e devi tornare con il modulo rosso.... giallo... rosso... mmm vabè!

    Bertelliii!

    (E cmq gli australiani che abbiamo conosciuto noi erano tutti educatissimi =P )

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  3. Rilancio!
    http://youtu.be/-c08d9SZLqg

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    1. Ecco che il cinema ci insegna ben 2 modi per ovviare alle beghe della burocrazia.

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